Club 27 di Elisa Di Eusanio
26 Ottobre 2024Caro 2024…
Lettera aperta con il cuore in mano ad un 2024 che più difficile di così non si può!
Caro 2024,
sei stato davvero un anno di merda.
Camuffato da simpaticone e con la voglia di spaccare il mondo, non hai fatto altro che ripiegarti su te stesso e spaccarmi la testa. Sei partito con energia e grandi promesse, anche perché già nel 2023 qualche rivincita me la dovevi e quindi mi hai inizialmente illuso di poter stare tranquilla e vivere per una volta serenamente.
Povera Illusa.
Tralascio la sfera lavorativa dove, tra alti e bassi, le cose vanno sempre al solito modo. Tralascio anche quella amorosa perché di uomini seri ormai ne sono rimasti pochi, davvero pochi. Quei pochi purtroppo sono fallati e non idonei a una relazione. Quest’anno mi sono sentita proprio come Georgie sull’altalena. Ora che ci penso, mi sento un po’ lei quando scopre di non essere sorella dei fratelli Butman, e quindi si dispera, ma poi incontra Lowell e si riprende la gioia partendo per Londra. Ma Lowell si ammala e lei piomba nella disperazione e finisce sola e senza soldi in una città di schifo, ma poi incontra la coppia di giovani sposi e osservando la loro felicità le si riattivano i neuroni a specchio e si tira di nuovo su. Ma scopre che Artur è drogato e prigioniero a Londra, emigrato per cercare e salvare lei… Insomma, senza divagare, caro 2024 mi hai fatto sentire un pò così.
Le mille difficoltà superate nel 2024
Gennaio quindi è passato lavorando come una schiava, col sorriso e tanta energia. Mi hai fatto portare quella che scoprirò quasi un anno dopo, essere l’ultima calzetta della befana alla persona più cara che avevo. Mi hai permesso di andare a teatro e vivermi qualche vittoria con l’ultima squadra con cui ho chiuso la carriera di pallavolista.
Febbraio ha visto subito la malattia di Dexter. Qualcosa non andava e lo sguardo del veterinario non mi era piaciuto per niente. Tanto più che siamo andati al mare, metti caso che si riprende un pochino. Il mio vecchietto non mi ha delusa e si è divertito sulla spiaggia, in barba ai dolori del tumore che – allora non sapevo essere già presente – si stava facendo beffe delle articolazioni del povero guardiano della ciotola.
Marzo arriva un’altra pugnalata: i ladri in casa. Il mio appartamento violato da zingari maledetti che, molto ben addestrati e consapevoli di ciò che stavano facendo, aprono la cameretta per buttare per aria la mia stanza. Senza toccare null’altro della casa, se ne vanno. Per fortuna i cani sono usciti illesi da questa bruttissima esperienza. Un momento che ha segnato uno shock inconscio. A Marzo però c’è anche il mio compleanno, i miei 40 anni, e almeno quelli me li hai fatti godere in tranquillità. Grazie mille!
Aprile lo saltiamo perché, tematiche amorose a parte, sei stato magnanimo e hai voluto darmi una tregua prima del gran finale.
A Maggio iniziano i miei primi dolori fisici. Nonostante la dieta stia funzionando alla grande, il mio peso sia sui 64kg, dalla mia schiena iniziano a uscire delle macchie cutanee che se non fossero color carne, sembrerei un dalmata per quante ne ho e per come sono diffuse. Via dal dermatologo.
Giugno. Dexter sta sempre peggio. Le pillole che lo aiutano a combattere il dolore non funzionano quasi più. Più di una volta non riesce a comandare le zampe per uscire a fare i bisogni e quindi lo porto di peso. Pochi minuti. Giusto per fare i bisognini. Verso il 22 eri diventato così scheletrico e così insonnolito che ti prendevo di peso anche per salire sul letto e sdraiarti con me. Il 27 torno a casa dal concerto di Max Pezzali all’Olimpico e non ha voluto più prendere né cibo, né pasticche, né acqua. La corsa dal veterinario il giorno dopo aveva una sola sentenza. Troppo difficile dirti addio così velocemente e ti ho riportato a casa.
Il primo Luglio alle 8.30 del mattino Dexter non c’era più. Grazie 2024. Mi hai tolto un pezzo di cuore enorme. Dal quale ancora oggi non mi riprendo. Decido comunque di andare agli I-Days di Milano per la giornata Simple Plan-Avril Lavigne-Sum 41. Il biglietto del concerto era contraffatto, io me ne accorgo solamente ai cancelli dell’Ippodromo di Milano, il finanziere mi voleva arrestare per concorso in truffa. Karma, ma tutto a posto?
Ad Agosto abbiamo iniziato una nuova agonia: nonna col covid viene portata in ospedale. Dopo giorni di pronto soccorso, si scopre che aveva un’embolia polmonare. Inizia una nuova agonia. Tutti i giorni che componevano il mese erano dedicati a lei, su e giù per quel maledetto Sant’Andrea che l’ha rovinata, allettata e paralizzata.
A Settembre la mia salute vacilla fortemente. Il mio peso ideale inizia ad andare a quel paese (precede il 2024) e scopro di avere i noduli di Kissing. A posto. Due mesi di cura e riabilitazione per la reimpostazione della voce e della respirazione nel parlato.
Ottobre. Mentre sono ancora sotto cura per i noduli, con costante attenzione a non parlare e a non fare sforzi, prendo nuovamente il covid. Credetemi non ne posso più. Come si è azzeccato a me sto virus maledetto, nessun altro prima. E vabbè cure rallentate e settimana a casa in balia dei dolori influenzali. Come se non bastasse mio zio viene ricoverato in ospedale e scopriamo che ha un paio di tumori brutti. Tornerà a casa poco prima di natale. Tutto a posto, no!?
Novembre. Come se le cose non fossero già abbastanza, tornano i ladri a casa mia. Stavolta decidono di sfondare direttamente la finestra della mia stanza e metterla a soqquadro nuovamente. E vabbè. Doveva andare così. Danni abbastanza gravi visto che stavolta esplode anche una finestra, carabinieri manco tanto sconvolti, il cane per fortuna era con me. Se ve lo steste chiedendo, i vicini non hanno sentito nulla in nessuno dei due episodi. In più tragedia in famiglia: muore improvvisamente un nostro caro cugino, 22enne. Nonna finalmente viene spostata dall’ospedale, ma passiamo dalla padella alla brace: Nepi. Un’ora di macchina per andare a trovarla in un lungo degenza. Ci resterà poco perché verrà portata direttamente in Hospice dopo due settimane. Il verdetto è chiaro: non si può più fare nulla per lei.
Dicembre. Nonna viene trasferita in hospice e mentre tutti ci aspettiamo una dipartita di lì a pochi giorni, lei si fa bellamente festeggiare l’86esima festa dell’Immacolata. La 40esima con me presente. Si spegne definitivamente il 17, a una settimana precisa dalla vigilia di natale. Funerali, viaggio in Calabria, litigate, pianti (tanti) e commozione. Vicinanza delle persone che davvero ci vogliono bene e sorrisi, anche questi non sono mancati. Ormai fuori fase, continuo a lavorare e poco dopo Natale ecco un bell’episodio di influenza che rovina la fine dell’anno e mi mette ko con una febbre a 38.5 che non avevo dalla tenera età di 12 anni – ricordo benissimo che il ragazzo che mi piaceva a scuola durante il carnevale mi spruzzò dalla testa ai piedi di schiuma e andai in giro zuppa.
Caro 2024, sai che qual è il problema? Ce l’hai messa tutta per spaccarmi la testa. Ma la verità? È che non ci sei riuscito. La mia testa è più dura di quella dei somari e alla fine a spaccarti sei stato solo tu. Accolgo con me anche tutte le cose belle e i sorrisi che quest’anno mi ha portato: il viaggio a Vienna – finalmente ho visto Vienna con i mercatini di Natale, un sogno che avevo fin da quando ero bambina -il tanto sognato contratto a tempo indeterminato e una collaborazione nuova; la consueta trasferta al Salone del Libro di Torino che mi ha portato un sacco di soddisfazioni e nuove amicizie e collaborazioni; i festeggiamenti dei miei 40 anni; Maze e la sua mega cucciolata che ha distratto e rallegrato tutti sotto le feste di Natale.
Caro 2024…ti ringrazio per gli insegnamenti che mi hai portato
Ho scoperto di essere paziente – ma di quella pazienza che davvero è inesauribile – di fare molti meno scatti di nervi di qualche anno fa, di saper ascoltare di più, di riuscire a prendermi delle pause per ricaricare e mandare a cagare chi non mi merita, delle persone che mi sono state vicine e di quelle che si sono autoeliminate da sole. Ti ringrazio anche perché con tutte queste difficoltà, ho scoperto che la mia famiglia, seppur incasinata, riesce a fare quadrato e a superare davvero tantissime barriere. Grazie per avermi fatto capire che qualsiasi cosa accada, io riesco a superarla. Non solo! Ma riesco a sorridere! Questo era uno degli insegnamenti più importanti che mia nonna mi ha lasciato: il sorriso in bocca sempre! Me ne sono fregata di tutte quelle persone che mi hanno preso per matta o per superficiale quando ho sorriso nel momento meno opportuno, ho imparato che va bene così. Di strada ne devo fare ancora tanta, ma tanta sul serio perché autostima e amor proprio ancora latitano, non sono proprio solidissimi. Ma ce la farò. Magari per i 50…
Però, caro 2024… spero di cuore di non bissarti mai più. Perché vivere nuovamente un’annata così difficile mettere a dura prova le persone più forti, perché in quel caso anche Freud resusciterebbe dalla tomba e mi farebbe l’eco con tanto di gesto romano alla Proietti style: caro 2024….ma vaffanculo!!!