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Tronfi di pandori e panettoni, ancora sotto gli effluvi dell’alcool natalizio, parliamo delle feste sotto pandemia.
Festività natalizie molto particolari, molto diverse dal solito, che hanno dato importanza al nucleo della famiglia e non al consumismo che ci opprime da decenni. I vari DPCM che si sono succeduti per scoraggiare e limitare lo spostamento delle persone tra regioni, ma soprattutto nelle singole famiglie, ha portato ad un ridimensionamento di tutto quello che da sempre sono state le tradizioni consumistiche italiane (probabilmente anche mondiali).
C’è chi ha preso queste limitazioni in maniera seria, rispettando tutto quello che c’era scritto nei contradditori comunicati politici. C’è chi invece ha deciso che non gliene sarebbe importato nulla e ha raggirato le regole come meglio gli è convenuto, sotto il comando di “Eh ma è Natale e almeno quello non devono toccarcelo“. Osservando le varie situazioni e accantonando per un momento quelle che sono al limite (nonni, anziani, genitori, figli e nipoti soli o lontani; madri o padri, figli o nipoti residenti in altre regioni per questioni lavorative), questo è stato il natale delle famiglie. Ma ancora meglio dei bambini. È stato il Natale di quei nuclei che, per via dello smart working e delle scuole chiuse, hanno potuto godersi la gioia dei preparativi e delle giornate veramente in famiglia. Accantonando tutta quella frenesia dettata dal dover fare i regali per forza, perché un pensierino sotto l’albero ci deve stare per tutti, dall’intrappolarsi nel traffico, dal rischiare portafoglio e salute mentale per il regalo giusto. Stavolta il focus è stato più incentrato sullo stare insieme, sul giocare, sul vedersi un film, sul chiacchierare, in un modo che non si è mai fatto.
I neo genitori hanno apprezzato la bellezza di vedere i propri piccoli approcciare al natale e hanno avuto la possibilità di insegnare quale sia davvero l’importanza di una giornata simile. Tanti di loro hanno afferrato un’opportunità di unione familiare e di crescita che spesso viene data per scontata, perdendo uno dei passaggi più importanti nella memoria di un’infante. È proprio nell’infanzia che si creano quei legami utili ad apprezzare o disprezzare un momento magico come quello del natale. Vedere un film in famiglia, preparare dolci insieme, addobbare la casa e dare sfogo alla propria immaginazione preparando le letterine per Babbo Natale. Questi sono quei passaggi che i bambini adorano più di ogni altra cosa.
I genitori davvero fortunati sono stati quelli che hanno saputo godere e sfruttare al massimo un momento simile, insegnando che spesso non sono i regali che fanno la felicità, ma lo stare insieme e creare tradizioni uniche. Tradizioni che resteranno nei cuori per molto tempo e che riusciranno ad essere un veicolo di amore e di unione, aspetti familiari che nel consumismo del nuovo millennio si stanno sgretolando troppo facilmente e velocemente.