Pop Art
18 Ottobre 2018Rape rosse bucate
19 Ottobre 2018Imparare ad Amarsi
§ La recensione §
La scelta musicale si sposa benissimo con il tema della commedia: “Imparare ad Amarsi” di Ornella Vanoni, Bungaro e Pacifico. Fatela partire mentre leggete il mio post, vi metto qui il post con la canzone
Un po’ tanto spesso ci dimentichiamo il comandamento fondamentale di una coppia:Â Amarsi.
Amarsi con la A maiuscola, che non comprende il “faccio le pulizie al posto tuo, così sei contenta” oppure “lo lascio guardare la partita così è contento”.
Amarsi è inteso come il mantenere sempre quelle attenzioni che hai inizialmente da singolo verso il partner e che ti fanno vivere la coppia con spensieratezza e positività . La commedia portata in scena da Pino Insegno e da Alessia Navarro – li trovate al teatro 7 fino al 21 ottobre – rispecchia tanto questo concetto. “Siamo stati felici per molto anni… poi ci siamo incontrati”
La maggior parte delle coppie di ultima generazione fanno un errore micidiale: prendere gli impegni di coppia con leggerezza. O peggio ancora per accontentare il partner e vederlo felice. O ancora la mettono in secondo piano rispetto all’individuo. È un po’ come se fosse una moda dire “ho il compagno”, “andiamo a convivere”, “sposiamoci”. Nessuno, o davvero in pochi, riflettono sull’impegno reale che i vocaboli sopracitati comportano. Esattamente come è successo alla coppia di questa commedia adattata dal francese da Claudio Insegno. All’inizio è tutto un “ti amo”, vediamo tutto rosa, senza fermarci a fondo a conoscere davvero chi abbiamo vicino. Pensiamo di aver raggiunto la felicità , ma ben presto tutto quello che abbiamo vicino inizia a starci stretto e cerchiamo la felicità fuori dalla coppia. In “Imparare ad Amarsi” impariamo che “Bisogna imparare ad amarsi e imparare a lasciarsi quando una storia è finita.” Scopriamo quanto una coppia possa arrivare all’esasperazione per un non nulla. Più che altro per frasi non dette o male interpretate. I fraintendimenti sono la prima cosa che porta una coppia all’inevitabile: il divorzio. Dopo una separazione le strade sono due: o il non vedersi mai più oppure rimanere in contatto con una successione di rimorsi e rancori.
Pino Insegno ed Alessia Navarro mettono in atto tutta la loro bravura ed esperienza in una storia semplice, che ci riguarda molto da vicino nella vita quotidiana, utilizzando un palcoscenico piccolo, ma perfetto per la coppia. Insieme a loro una successione di attori fittizi che aiutano la trama, ma soprattutto ci fanno capire quanto la coppia abbia sbagliato a prendere la strada del divorzio. Tra una battuta e l’altra vediamo le trasformazioni della Navarro e della sua bellissima mimica facciale, da donna acida, come purtroppo sono la maggior parte delle donne in una coppia, a una donna che comprende l’errore di aver perso la propria metà e tenta con i suoi mezzi di riconquistarla. Pino Insegno alleggerisce il tutto con il suo modo di fare simpatico e, a Roma diremmo, “piacione“. Lui è un uomo semplice che soffre il distacco dalla moglie e fa di tutto per riconquistarla.
Le scenografie minimal sono un colpo di genio. I pannelli verticali nei quali puoi entrare e uscire di scena, permettono veloci cambi d’abito e l’ingresso o l’uscita di qualche oggetto di scena. Anche questi ultimi sono fittizi, tanto per mantenere la coerenza di una scelta del regista Siddhartha Prestinari. Avrei preferito che anche la lettera fosse fittizia, tanto per mantenere la linea di concetto, invece è rappresentata da un foglio di carta velina trasparente vuoto.
Parafrasando il testo della canzone “In fondo sentire che niente finisce mai“, fino ad avere un nuovo ritorno di fiamma, perché quando una coppia non smette di sentirsi non è mai finita.