Don’t touch my Robert
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2 Febbraio 2015Tornare al Sistina per il Barone Von Trapp
Anno 1992. Una bimbetta con il vestitino della domenica, il capello castano pulito e profumato, l’occhietto verde intenso vispo e furbo. Elettrizzata dalla novità che la serata le prospettava. Una manina a papà da un lato, una manina a mamma dall’altro. Posti in platea per uno spettacolo senza precedenti, nel teatro storico della capitale italiana: il Sistina di Roma. D’un tratto la richiesta della sicurezza ai genitori della bambina, di “poterla prendere in prestito” per un evento unico agli occhi della piccola. Il padre acconsente. La madre si preoccupa. La bimba va con la sicurezza fuori dalla platea. Oltrepassa due tende bourdeaux pesantissime ed altissime. Inizia un sali e scendi di scale fino a trovarsi davanti al suo idolo (del momento).
LA preoccupazione, la paura e la curiosità per ciò che sarebbe accaduto da lì a poco, scomparvero lasciando la piccoletta pietrificata dallo stupore. Un pizziocotto sulla gancia, l’odore di dentifricio fresco che si sentiva quando lui si abbassò e le disse “Ciao piccolina. Sei pronta?” Ed il panico più totale nel momento in cui la seconda coppia di tende grosse e pesanti si aprivano lasciando spazio ad una platea piena zeppa di persone che cantavano al ritmo della musica di Gianni Morandi.
Ventidue anni dopo, tornare in quel teatro ebbe un certo effetto. Innanzitutto per l’accompagnatrice, che ormai non è più rappresentata dai genitori, bensì da un’adolescente controcorrente e piena di spina dorsale, la dama ufficiale delle uscite teatrali dopo questo evento e il passatto “la bella e la bestia” del teatro Brancaccio. In secondo luogo lo spettacolo. Questa volta non si sarebbe trattato di un concerto con un artista italiano. Bensì di un musical, con artisti di tutto rispetto. “Tutti insieme appassionatamente” di Massimo Romeo Piparo è stata prima tappa natalizia che mi riporta al Sistina dopo tantissimi anni di assenza. Quando entri e vedi la maestria di un teatro che ha ospitato e ospita tutt’ora personaggi illustri e storie senza tempo, tiri un respiro di sollievo e pensi che mai nessuno oserà cambiare qualcosa di storico e tradizionale come quel teatro. Tornare nei camerini del teatro, dopo 22 anni, mi ha fatto un certo effetto. Questa volta non c’erano nè Gianni Morandi, nemmeno Barbara Cola (presenza immancabile nel tour del 1992). Questa volta avrei salutato nuovamente una delle mie attrici preferite: Vittoria Belvedere. Brava, con una bellezza senza tempo (classica delle sue origini) e con una voce che mi ha stupito molto, in positivo ovviamente. E se da un lato, mi ha fatto piacere salutare l’attrice che da piccola mi teneva incollata davanti alla tv, dall’altra sono stata onorata di stringere la mano alla voce che per tanti anni ho trovato sempre sul piccolo schermo. Luca Ward non è solamente un doppiatore eccezionale, ma a teatro come anche in tv, ipnotrizza ed affascina.
La coppia vincente dello spettacolo, che ormai festeggia 50 anni, riaccende il Sistina di una magia particolare sotto le feste di natale e solamente chi ha apprezzato la storia del Barone Von Trapp può veramente sconnettersi per qualche ora dal tempo attuale, tornare indietro e ricordare una delle più belle storie di tutti i tempi.
“Un teatro davvero meraviglioso” commenta Luca Ward, “che sta vivendo un fantastico rilancio. Mentre in Italia molti teatri chiudono e vengono tristemente trasformati in fast food, il Sistina riprende vita, una sferzata d’energia per tutto il Paese, per l’Italia e soprattutto per Roma, dove resta un grande punto di riferimento. ‘Tutti insieme appassionatamente’ è uno dei musical più famosi. La magia di questo spettacolo sono i bambini, che in teatro si rivelano sempre vincenti conquistando il pubblico e che ci affiancheranno in questa avventura”.
Beatrice Arnera (Liesl), Daniela Simula (Brigitta), Alessandro La Cava (Kurt), Kevin Magrì (Friederich), Zoe Nochi (Louisa), Martina Bigi (Martha) ed Emma Valerio (Gretl), ovvero i bambini del Barone, sono le vere star dello spettacolo. Sette voci davvero particolari che insieme hanno fatto onore al celebre film di Robert Wise.
”The sound of music”, titolo originale che debuttò a Broadway nel ’59 è di ispirazione per Piparo, dal quale recupera alcuni brani persi nel film. Ispirato al romanzo autobiografico di Maria Augusta von Trapp, ”The Story of the Trapp Family Singers”, il musical porta in scena a distanza di mezzo secolo i suoi messaggi: in favore della famiglia, dell’integrità personale e contro la guerra, i compromessi, la violenza. Von Trapp, esperto comandante di Marina, avrebbe di certo ottenuto una brillante carriera al servizio dei tedeschi. Ma preferì rinunciare a tutto pur di non piegarsi al volere tedesco e perdere la libertà, fuggendo insieme alla famiglia (nella realtà i bambini nel frattempo erano diventati dieci), prima verso l’Italia attraversando le montagne a piedi, poi girando l’Europa come rifugiati fino a stabilirsi negli Stati Uniti nel ’42, dove morì appena cinque anni più tardi.
La sua famiglia però continuò a cantare, fino a diventare uno dei gruppi più famosi in America per le interpretazioni di musiche popolari austriache. E in qualche modo canta ancora, con le molte versioni dello show in giro per il mondo, che sembrano urlare un netto ”no alla guerra”.
Se avete visto almeno una volta nella vita il film, non potete perdere il bis della coppia Ward-Belvedere in scena a Roma fino all’11 gennaio e poi in tournèe per l’Italia (Catania, Palermo, Napoli, Catanzaro, Bari, Assisi, Montecatini, Torino, Genova e Bolzano).