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20 Settembre 2018Welcome back Avril Lavigne!
Why do you have to go and make things so complicated?
Aveva esordito così Avril Lavigne, regina del pop punk, rock e teen punk e metteteci quello che volete in mezzo, nel lontano 2002. A quei tempi scriveva e esortava gli adolescenti ad essere se stessi e ad andare avanti inseguendo i propri sogni. Parlava di relazioni, di persone, di coppie. Vinceva premi, aveva grandi collaborazioni, scalzava tanti big dalle classifiche – entrando spesso di prepotenza- . Sfornava album e singoli al doppio della velocità con cui una casa automobilistica faceva uscire il campionario macchine annuale. Non perdeva un minuto del suo tempo: scriveva testi, suonava (dalla chitarra, al piano, alla batteria), produceva, doppiava, co-scriveva testi per altri cantanti. In tutto ciò ha creato anche una sua personale linea di abbigliamento, la Abby Down, e recitava nei film, producendo anche colonne sonore. Faceva tour in tutto il mondo. Viveva la sua vita privata in maniera molto riservata, ma tutti sapevamo del primo e del secondo marito – rispettivamente Deryck Whibley leader dei Sum41 e Chad Kroeger leader dei Nickelback.
Era un esempio di iperattività e di come la vita non andasse sprecata mai, nemmeno per un minuto. È sempre stata il mio esempio.
Si sarebbe mai immaginata di dover, un giorno, di salutare i suoi fan dai social dicendo che stava male e che aveva bisogno di tempo per riprendersi e curarsi? Le male lingue subito a pensare a droghe, alcool, depressioni e disintossicazioni varie. Anche i medici inizialmente avevano preso il malessere della cantante per una depressione. E invece no, stavolta la causa scatenante era un insetto, che le ha portato la malattia di Lyme.
Oggi, per la prima volta dopo anni, torna in attività. Dopo mesi di trepidazione, i social hanno spinto da tempo sul ritorno di Avril sotto i riflettori, esce il nuovo singolo: Head Above Water. Ve lo lascio ascoltare.
Un terreno sconosciuto, nuovo per l’autrice che ha da sempre parlato di rapporti umani e di amore, di abbandono, di riconciliazione, di mancanze. Oggi Avril parla di sé, racconta com’è stato il periodo più triste della sua vita nel modo a lei più congeniale: attraverso la musica. Aveva già anticipato il contenuto del suo singolo con una lettera aperta a tutti i suoi fan, pubblicata qualche settimana fa sul suo sito ufficiale. Ma oggi, con il ritorno alla luce, comunica con potenza qual è stato il dramma che l’ha colpita. Ma non affondata.
Lavora da casa, nel suo letto, si aggrappa all’unica cosa che la tiene in vita: la sua voce e produce nuova musica. Scrive, perché solo così riesce a sentirsi viva e a combattere quella terribile malattia. Come riesce a stare meglio, si siede al pianoforte e inizia a comporre la melodia adatta ai versi. Ed esce fuori questo nuovo brano, molto diverso per significato e testi, da tutti i precedenti. Esce un piccolo pezzo di storia di Avril Lavigne, una parte personale che l’autrice stessa ammette non avrebbe mai rivelato. “Ho deciso di parlare con sincerità e apertamente della mia battaglia, mostrando tutta la mia vulnerabilità” racconta Avril nella lettera sul suo sito “Ad essere sincera, una parte di me preferirebbe non parlare della mia malattia perché voglio lasciarmi tutto quanto alle spalle, ma so che devo farlo. […] Non è qualcosa che riguarda unicamente la mia vita. Ho bisogno di contribuire ad aumentare la consapevolezza sulla gravità della malattia di Lyme”. Nel 2010 Avril aveva fondato la Avril Lavigne Foundation, la sua prima fondazione per i bambini e ragazzi malati o con problemi gravi. Oggi si parla di una nuova associazione fondata dalla canadese per aiutare le famiglie e i soggetti affetti da questa sindrome a “ricevere il trattamento di cui hanno disperatamente bisogno” e far fronte alla diffusione più consapevole della malattia da lei sconfitta.
«Aver dato vita alla fondazione mi fa sentire bene.
Sono certa che se Dio ti ha dato tanto devi pensare a chi è stato meno fortunato di te»
“Mi sembrava di non riuscire a respirare, a parlare e di non potermi muovere” il concetto è chiaro anche nel singolo che è uscito da qualche ora su tutte le piattaforme musicali e che ha già spopolato. La voce non è cambiata, sempre profonda, sempre potente, sempre la solita Avril. Ma il sound è più morbido, dolce, lontano anni luce dall’aggressività che ti colpiva anche con brani melodici del calibro di Nobody’s Home e When You’re Gone. Di sicuro la malattia cambia una persona, quando è grave la trasformazione è anche più profonda, ma sono convinta che presto torneremo a vedere la potenza di quell’uragano di creatività racchiuso in appena un metro e 57 cm di donna. “Sto riportando la mia vita nelle mie mani e facendo quello che so fare e che sono destinata a fare. Fare musica e condividere la mia guarigione e speranza attraverso la mia musica. Grazie per aver aspettato così pazientemente mentre combatto e continuo a combattere, la battaglia della mia vita.”