Francesca Reggiani e D.O.C. – la recensione
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14 Gennaio 2019Il metodo cinese
§ La recensione §
Una stanza. Due uomini e due donne. Un via vai che nemmeno via del Corso all’ora di punta. “Il metodo cinese” è una commedia divertente, firmata da Enrico Maria Falconi, che impasta una serie di personaggi tra i più diversi e disparati. Tutti un unico obiettivo: dare una svolta alla propria vita.
C’è Luigi, un ex laureato in ingegneria aerospaziale disoccupato che lavora a chiamata in un ristorante cinese; c’è Mario, un ragazzo che lavora precariamente con un ex galeotto Armando, il quale gestisce una ditta di traslochi in nero e ama trafficare sottobanco. C’è Rosalina, una bellissima e affascinante donna, con il marito in galera, che ha bisogno di ospitalità per qualche tempo e infine c’è Ming Ling, una ragazza cinese che ha bisogno di aiuto.
Sarà proprio Ming Ling il punto di svolta di tutti i personaggi di questa storia, che non è proprio al limite dell’assurdo, al contrario rispecchia una piccola fetta di realtà che ha sempre fatto parte della società . La ragazza cinese infatti sarà colei che metterà in atto astuzia e tradizioni familiari in quello che è “il metodo cinese”, insegnandolo e diffondendolo anche ai suoi “coinquilini” occasionali. Esattamente come farebbe un cittadino cinese all’estero: prenderebbe la sua arte e la adatterebbe al luogo e al tempo in cui è, traendone profitto per se stesso.
Tra una battuta e l’altra, in un mix di dialetto romano e toscano-pratese, “Il metodo cinese” è una commedia che insegna molto. Andando oltre la trama base, c’è un messaggio culturale importante che va sottolineato, messo ben in mostra dalla regia di Giancarlo Fares: l’italiano è il classico cittadino che ha bisogno di un aiuto esterno per uscire fuori dalle sue condizioni. Al contrario il cinese, con una piccola mano tesa, riesce a trasformare le situazioni, mostrando spirito di inventiva. Quanto può durare non si sa, quanto sia legale nemmeno, ma almeno ci provano.
Oltre che alla compagnia “Blue in the face”, bravissimi, un applauso va anche per le scenografie che, al passo con i tempi e con gli arredamenti contemporanei che trovano ampio impiego del pallet, mostrano l’ambiente con semplicità ma allo stesso tempo accuratezza e ricerca dei particolari.