Linkin Park chiude Rock in Roma!
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9 Febbraio 2016Linkin Park & Simple Plan il cuore oltre la fama
I concerti americani mi fanno sempre un certo effetto.
Adoro andare ai concerti in generale, ma soprattutto quelli di artisti internazionali.
Loro vengono qui e con grande umiltà svolgono il loro lavoro. Tanta gente dice “embè che ci vuole a stare sul palco e a fare quattro salti cantando?” Si hai ragione, non ci vuole niente. Il bello è che mentre tu salti e canti, loro ricevono calore. Loro hanno un pubblico che li segue; loro si commuovono.
E’ un pò quello che è successo anche al concerto dei Linkin Park.
Per prima cosa c’è da fare una nota sull’apertura dei Simple Plan. La band è stata fantastica ed avrà suonato per buoni 45 minuti, prima di lasciare il palco alla star del momento. Il pubblico è stato scaldato a dovere dai ragazzi francesi di nascita, che hanno riproposto un escalation dei loro migliori successi dall’album No Pads, No Helmets…Just Balls fino alla presentazione dei primi singoli del nuovo album in uscita quest’anno: Saturday, Boom e I don’t wanna Be Sad. Senza tralasciare i successi più belli come Welcome In To My Life.
Ed è stato nel momento dei saluti che Pierre Bouvier ha versato le prime lacrime della serata. La risposta ottenuta dal pubblico di Roma – e non solo, visto che i parcheggi limitrofi erano chiusi per dare la possibilità ai pullman di sostare fino alla fine del concerto; e che in mezzo al pubblico c’erano numerosi gruppi dal ceppo dialettale sardo – è stata talmente calda che il vocalist ha promesso che torneranno presto.
Il resto lo dobbiamo alle star della serata. Due ore di concerto e una scaletta che ripercorre tutti gli stili abbracciati dalla band statunitense. Non vi racconterò come un “giornaledelgiornodopolevento” che cosa è successo quella sera. Vi basti sapere che la band, per la prima volta a Roma, ha più volte espresso il suo stupore nel vedere tanto calore arrivare dal pubblico presente. Sui maxischermi campeggiavano spesso le facce del bassista o del chitarrista o del batterista che si nutrivano dell’energia del pubblico, soddisfatti, entusiasti, felici del risultato.
Io voglio soffermare l’attenzione ad un momento particolare della serata. Una scena che non mi è mai capitato di vedere e che ha fatto venire gli occhi lucidi anche a me che non conoscevo la canzone e tanto meno la persona a cui è stata dedicata. Rientrati per il bis, i Linkin Park hanno “ascoltato” la voce del pubblico che a gran voce urlava “place for My Heart”. La canzone non era in programma, ma è bastato uno sguardo d’intesa tra Chester Bennington e Mike Shinoda, un paio di battute scambiate con la band e Mike introduce il fuori programma, raccontando il momento, dicendo che è la prima volta in assoluto che i Linkin Park interrompono il concerto, per eseguire il brano richeisto dal pubblico e dedicarlo ad Alessandro Di Santo, il giovane fan che organizzava coreografie durante i concerti della band, morto recentemente in un incidente stradale.
Ecco questo mi piace delle band di un certo calibro. Il loro cuore, il loro essere umani oltre all’essere idoli. La loro bontà di cuore e il loro dire “vabbè una canzone in più che può fare?”, perchè questo diceva la loro faccia mentre decidevano se farla e informavano gli altri membri della band. Adoro queste persone. Adoro il loro lato umano. Mi sono commossa anche io.
E poi il gran finale con i fuochi d’artificio e la sequenza da capogiro: Waiting for the end, What I’ve done, Bleed it out.
Set List del Rock in Roma 2015:
INTRO
PAPERCUT
GIVEN UP
REBELLION
POINTS OF AUTHORITY
ONE STEP CLOSER
A LINE IN THE SAND
FROM THE INSIDE
RUNAWAY
WASTELANDS
CASTLE OF GLASS EXP
MEDLEY – LOATR, SHADOW, IRIDISCENT
ROBOT BOY
NEW DIVIDE
BREAKING THE HABIT
DARKER THAN BLOOD (intro) [Steve Aoki]
BURN IT DOWN
FINAL MASQUERADE
REMEMBER THE NAME [Fort Minor]
WELCOME [Fort Minor]
NUMB/ENCORE
IN THE END
FAINT
PLACE FOR MY HEAD
WATING FOR THE END
WHAT I’VE DONE
BLEED IT OUT