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11 Ottobre 2019Sul Divano
12 Ottobre 2019Quel mondiale…. Una professione!
Storia di una gavetta stupenda, conclusa con un traguardo da sogno.
Quel mondiale…. Una professione! – Guardate bene la foto che vi ho messo. Quello era il mondiale di pallavolo maschile del 2010… La bellezza di 9 anni fa. È stata proprio la funzione di facebook “Ricordi” che ha tirato fuori questa perla. E il mio cervello ha sguinzagliato il cassetto dei ricordi. In questi giorni poi, mi ha fatto fare una riflessione particolare.
Avevo 25 anni, lavoravo tanto, ma ancora di più credevo in un mondo dove tutto era possibile. Dove io avrei realizzato tutto quello che avrei sempre voluto fare. Avevo le energie per spaccare un pianeta intero. In quel periodo avevo iniziato a lavorare in un bar, ma per quella settimana chiesi di poter andare via all’una. Correvo al palazzetto e tornavo a casa intorno alle 2 di notte, per poi essere operativa di nuovo alle 6 del mattino. Ebbene si…sono così al naturale! Non faccio uso di sostanze!
Ma torniamo alla foto. In questo caso specifico ero con E. in tribuna stampa, nel Palalottomatica. Eravamo uno staff meraviglioso. Lavoravo con due grandi firme del Corriere dello Sport e accanto a me c’erano due collaboratori bravissimi, due persone umane e stupende, molto più avanti di me nel cammino per diventare giornalista. Già, io volevo fare la giornalista da grande. Il mio praticantato fu stupendo: 6 anni al Corriere dello Sport, come collaboratore esterno a chiamata, per seguire la pallavolo.
Quelli erano gli anni in cui per poter scrivere su una testata nazionale, dovevi farti il mazzo e dovevi essere in grado di farlo. Feci tanta fatica per entrare nella mentalità di come si scrive un articolo, ma amavo raccontare storie e non volevo fermarmi. Fare la gavetta non era uno scherzo. Dovevi sudare, macinare chilometri a piedi e non. Essere sempre sul pezzo, creare una tua rete di contatti fidati. E in più: controllare sempre le tue fonti, scrivere con criterio, in italiano, controllare sempre la veridicità delle informazioni che scrivevi.
Insomma tutto quello che avviene oggi… non trovate?! Oggi si scrive ovunque, si hanno grandissimi possibilità sottomano, ma quanti
sfruttano davvero il potenziale di quelle occasioni? Le grandi testate presentano errori nei titoli, nei testi, nelle foto, nelle didascalie. Non controlla più nessuno il contenuto pubblicato. Non si lavora più sulla ricerca delle fonti… “tanto c’è google” e io aggiungerei anche che tanto ci sono i social. La superficialità con cui oggi si parla di fare giornalismo è abbastanza evidente anche da chi non è del mestiere.
Leggevo che la eCampus ha aperto il corso di laurea in “Influencer“ all’interno di Scienze della Comunicazione. Certo. L’università non sforna giornalisti seri, ma pensiamo a “regolarizzare” una figura che ancora non è definita.
Tutto questo non fa altro che ripercuotersi sul pubblico di lettori. La superficialità dei ruoli di informazione e comunicazione oggi, la paga il pubblico. Questo non mi sta bene. Per questo motivo su questo portale, che ancora non è una testata giornalistica, ma chissà fra qualche tempo potrebbe diventarlo, troverete sempre contenuti di qualità. Perché io rispetto i miei lettori, perché io rispetto il tempo prezioso che mi hanno dedicato per formarmi e farmi diventare quella che sono oggi.
Per inciso…quel mondiale lo vinse il Brasile. Il team di Bernardinho, con Giba capitano alzò la coppa del mondo dopo un mega partitone. E io ovviamente, placcai uno dei giocatori più umili, gentili, forti e tecnicamente potenti di quel tempo, per immortalare il momento con la Coppa!