Marconi Teatro Festival – La quarta e ultima settimana di spettacoli
23 Luglio 2018Summer 1993
26 Luglio 2018Tiziana Sensi e la parrucchiera dell’imperatrice
Essere qualcuno. Lasciare il segno. Che cosa è veramente importante?
Tiziana Sensi e la sua meravigliosa interpretazione in “La parrucchiera dell’Imperatrice” portano il pubblico ad interrogarsi su cosa sia davvero importante nella vita. Il plot è tutt’altro che semplice: la storia della principessa Sissi, vista dagli occhi della sua parrucchiera personale Fanny Angerer. “Lo spettacolo è nato da un’idea di Franca De Angelis che aveva scritto una fiction per Rai1 – racconta la protagonista Tiziana Sensi – Successivamente si accorse che il personaggio che veniva fuori dalle sue ricerche, era completamente diverso da come era stato descritto nel cinema. Ma Franca aveva questa grande voglia di raccontare la vera storia della principessa Sissi. Tutto quello che il pubblico vede nello spettacolo è chiaramente un romanzo scritto dalla fantasia di Franca, ma quello che viene detto sulla principessa è assolutamente vero e Fanny è realmente esistita.” L’intuizione di Franca De Angelis di avere Tiziana Sensi nel doppio ruolo Fanny/Sissi è vincente. Tiziana ha quella fisicità, quel volto espressivo, quella padronanza del corpo e della voce che la rendono perfetta per lo spettacolo. Da un profondo studio, viene alla luce così la figura di una principessa sola, molto chiusa e severa con se stessa. Maniaca dell’unico controllo che poteva permettersi: quello sul proprio corpo. Così passava gran parte delle sue giornate a curare il proprio fisico, bevendo latte di capra e facendo molti esercizi, curando i propri capelli, da lei sempre considerati il proprio punto di forza. È curioso come la principessa Sissi si rivolge a Fanny la prima volta che la vede: “Voi prendete tutte le sere un’attrice e la fate diventare una principessa, ora dovete prendere una principessa e farla diventare un’attrice”. Questa frase è molto importante per capire quello che era la vera Sissi.
Ma chi è Fanny? E come è arrivata a corte? Come ha fatto a diventare la confidente della principessa più amata d’Europa? Fanny è una
ragazzina di famiglia povera, ultima di una schiera di fratelli ed unica femmina che non veniva tenuta in grande considerazione. Da un’intuizione notturna, capisce che il suo posto non doveva essere rimanere in quella casa e inizia a vivere secondo la sua ossessione: diventare qualcuno. Da lì inizia il suo cammino verso la scalata al successo, utilizzando qualsiasi mezzo per poter arrivare a lasciare un segno nella storia. Anche qui il personaggio di Fanny anticipa in maniera inquietante quello che è l’individuo nella società di oggi. “Il testo è così attuale perché poi alla fine le miserie umane, le fragilità, le debolezze, le paure e gli eccessi sono rimasti identici all’interno dell’essere umano. L’individuo oggi ha solamente ampliato questa cosa. Però alla fine questa è una società ancora più ambiziosa e individualista. L’uomo è rimasto molto simile a se stesso, anzi se vuoi è anche peggiorato. Un alto numero di persone è disposto a qualsiasi cosa per arrivare all’obiettivo che si era prefissato. Raccontiamo la miseria umana? Si! In certi momenti si. Poi alla fine quello che succede è capitolare tragicamente.”
La parrucchiera dell’imperatrice è un monologo lungo un’ora e un quarto abbondanti, nel quale Tiziana Sensi sfoggia con abile maestria tutte le tecniche che un attore di successo – indipendentemente da tv, cinema o teatro – dovrebbe avere e racconta la sua storia unita a quella della principessa. Si passa dalla risata al momento drammatico con un battito di ciglia. Mai una pausa, mai un cedimento. I continui cambi di tonalità della voce aiutano a rappresentare una volta Fanny, una volta la Sissi. Anche l’utilizzo del corpo di Tiziana sul palco è un chiaro segno di quanto studio sul personaggio sia stato fatto per calarsi in questo ruolo. “Quello che dico ai miei allievi è sempre: un attore può avere un grande talento, ma deve avere anche una grande tecnica – ha spiegato proprio Tiziana Sensi – Ogni cosa che un essere umano va a fare non può essere solo talento. E il mestiere dell’attore ha tantissima tecnica. Quindi è vero che è un testo complesso perché non mi fermo mai un attimo, ma lì e proprio il mestiere dell’attore che ti aiuta: tutti i cambi vocali, tutti i cambi emotivi, passare dal riso al pianto, dalla rabbia di Fanny ai momenti di calma di Sissi nel giro di pochissimi secondi, quella ti aiuta l’esperienza, la tecnica e l’esercizio di cui ha bisogno un attore.”
Sul palco c’è lei, Tiziana, due cubi e un paravento dietro al quale si alternano le ombre di Marco Mancini, Elisabetta Gentili e Iuliana Khaydarova, indispensabili per capire la storia narrata dalla protagonista. La parrucchiera dell’imperatrice è un grande lavoro corale. “Le ombre sono stata una scelta di regia. Quando Anna (Cianca, la regista ndr) ha letto il testo e ha avuto questa suggestione, molto intelligente e si vede anche sul finale dello spettacolo, non c’era bisogno di inserire altro. Lei aveva già in mente questo gioco di ombre bellissime che hanno appassionato anche me. Poi ha parlato con gli scenografi che sono Stefania Catalani e Carla Ghezzi e si sono accordati. Ha parlato anche con il costumista (Marco Berrettoni Carrara, ndr) e ognuno di loro ha lavorato per realizzare l’idea. Il costume è fatto rigorosamente a mano, ci sono i merletti che arrivano da parti diverse alcune da Parigi, per me è un oggetto preziosissimo non solo perché è bello, ma perché Marco ha fatto un lavoro dietro stupendo, dietro c’è il vero artigianato italiano.”
Se qualcuno dovesse aver perso La parrucchiera dell’imperatrice, avrà la possibilità di vederlo anche nella prossima stagione invernale,
sempre al Teatro Marconi, con qualche piccolo ritocco. “Faremo una programmazione molto particolare sempre al teatro Marconi. Felice della Corte ha avuto un’intuizione molto intelligente sulla programmazione e dissi “la provo”. Rivedrete la parrucchiera dell’imperatrice, in una nuova messa in scena, in un modo particolarissimo, ma non voglio raccontare nulla.“