Matilda il musical! – La recensione
28 Giugno 2019Riccardo Bertoldi: Resti? – La recensione
1 Luglio 20192045 – LETTERE DA UN PASSATO FUTURO
di
Marko D’Abbruzzi
(Dystopian Phases)
2045, la Roma del futuro è una metropoli all’avanguardia, piena di luci, colori, divertimenti.
La Capitale è molto cambiata dopo la guerra che ha sconvolto il paese diversi anni prima, la sua estensione si è notevolmente ridotta, molte zone periferiche sono cadute in rovina diventando zone rosse: interi quartieri tagliati fuori dal territorio cittadino, in cui la popolazione vive alla giornata, senza servizi di nessun genere, neanche quelli primari come acqua corrente o energia elettrica.
In questa città costituita da opposti seguiamo le vicende di Luca Cera, uno dei tanti, anonimi, giovani che ogni giorno fanno del proprio meglio tra lavori precari e pillole contro l’ansia per riuscire a pagare l’affitto, a mantenersi e a permettersi un poco di vita social per essere presenti nel Cloud, la piattaforma virtuale che regola qualunque cosa.
Il Cloud registra tutto ciò che riguarda ogni singola unità: il conto bancario, il lavoro, la situazione sanitaria e i social network, il vero mondo in cui devi essere presente per esistere, poiché se sui social non sei nessuno neanche nella realtà esisti.
Coloro il cui conto scende sotto una certa soglia di tollerabilità vengono esclusi dal Cloud, catalogati come indigenti e trattati alla stregua di criminali: gli viene negato ogni tipo di servizio, devono essere denunciati alle autorità e trasportati in un centro di ricollocamento sostenibile.
Luca insegue faticosamente una vita dispendiosa, fatta di locali, donne, selfie, per nutrire la sua social esistenza anche se, di fatto, è un povero spiantato a differenza dei ricchi “amici” con cui condivide drink e serate.
L’equilibrio è precario, la corda che separa Luca dall’indigenza costantemente tesa ed alla fine, inevitabilmente, si spezza.
Per lui inizierà allora un viaggio nelle zone rosse, un luogo selvaggio, violento, in cui la vita umana vale meno di zero e la gente è pratica e spietata, in cui la guerra chimica ha mutato animali ed esseri umani facendoli diventare simili a mostri; unico indizio a sua disposizione è una lettera criptica, con una storia fantasy che sembra essere l’unica via di salvezza per chi riesce a decifrarla.
2045 – Lettere da un passato futuro è un romanzo scorrevole, specialmente nella seconda parte, e si configura come un invito a riflettere, a guardare ciò che ci accade realmente intorno con spirito critico.
La storia è convincente e ben giustificata, senza falle narrative o incongruenze, la scrittura immediata e piacevole.
Magistrale il lavoro svolto dall’autore a livello linguistico: diversi registri e linguaggi settoriali s’intrecciano nei dialoghi, dal gergo giovanil-tecnologico alla cruda bassezza della lingua povera, creata dall’autore per gli abitanti delle zone rosse, in cui manca anche l’istruzione di base e, pertanto, si sviluppa un linguaggio semplice, a tratti sgrammaticato, ricco di prestiti lessicali e mescolanza di italiano popolare, lingue straniere e dialetto in un mix che risulta perfettamente credibile e ben riuscito.
I personaggi sono ben caratterizzati, congruenti con loro stessi, con le loro storie, alcune più violente di altre ma tutte accomunate da un unico fattore: la mancanza di umanità di una società che si è completamente votata al virtuale e che, per citare il romanzo, “non è in grado di provare niente per i suoi figli più sfortunati”.
Numerosi i momenti crudi, raccontati senza fronzoli e filtri, in tutta la loro spietata violenza, come crudele del resto è il mondo in cui ci immergiamo, non solo nelle zone rosse ma anche tra i fasti della città, in cui vige comunque un sistema cannibalico socialmente accettato e che ha tanti, troppi, punti in comune con la realtà che stiamo vivendo oggi e che spingerà il lettore a porsi numerose domande.
Consigliatissimo.
Per l’acquisto, cliccate qui!