Cara Wanda… Grazie!
28 Ottobre 2012MAI DIRE MAI – NEVER SAY NEVER AGAIN!
22 Febbraio 2013Sempre più giù…
Le cose non vanno per niente bene…
Adesso inizio a credere a qualsiasi cosa. Le costellazioni, gli oroscopi, al fatto che quando Marte e Giove sono opposti fai prima a darti fuoco da sola (soffi de meno), agli spommicu di mia nonna contro il malocchio, Â davvero a qualsiasi cosa…
Dopo ben otto mesi lontana da ogni tipo di retribuzione, il  mondo esterno ha deciso che doveva esserci anche qualcun altro a farmi compagnia. Così, dopo due anni di contratto, è a casa anche il mio ragazzo. Entrambi non rientriamo nei requisiti richiesti dalla disoccupazione (e anche qui non so quale sia il male e quale la fortuna, visto che è un sistema che non approvo in toto), entrambi dobbiamo aspettare fino a gennaio per fare la domanda di disoccupazione ai requisiti ridotti. Sapete cos’è? No? Ve lo spiegherò nel prossimo post…
E adesso a casa siamo in 2… No anzi, perdonatemi, in 3.
A far crescere il clan, c’è anche la mia supervicinadicasa, lei, ingegnere di 40 anni, con figlia a carico, si è trovata il ben servito a causa del fallimento della sua azienda (credetemi un business fino a pochi anni fa molto forte sul mercato, che ha subito un gravissimo stop dalla concorrenza). Ovviamente per motivi di privacy, non posso dirvi nomi o riferimenti.
Almeno loro hanno preso una bella liquidazione, io invece sono quella che purtroppo si arrampica e si adatta a fare qualsiasi cosa pur di arrotondare qualche entrata e non andare sotto con le spese di casa e personali.
Così ragazzi miei, da quel lontano aprile, mi sono ritrovata a fare di tutto. Dalla commessa in gelateria, alla dog sitter, dalla baby sitter all’autista di noleggio con conducente (per fortuna che ho rinnovato le patenti).
Tutti questi piccoli lavoretti saltuari mi hanno aiutato, davvero. In primo luogo a non impazzire dentro casa. In secondo luogo ad evitare di andare per troppo tempo in negativo col budget (per fortuna che non ho mai voluto prendere la carta di credito).
Ogni anno, a cavallo tra il 31 dicembre e il 1°gennaio, mi trovo a fare il punto della situazione, analizzando spesso cosa ho fatto, cosa avrei voluto fare, cosa farò e cosa non ho fatto  e devo assolutamente fare. Ultimamente ho letto un libro che mi ha portato alla riflessione annuale con un mese di anticipo. Che cosa ho fatto finora? E dove vorrei andare? Dove vorrei essere il prossimo anno di questi tempi?
Le risposte non sono semplici. Io desidero tanto lavorare. Mi piacerebbe essere quella persona che coordina, che gestisce, che ha delle piccole cose sotto il suo controllo, che fa report per il suo capo e che alla fine dell’anno viene chiamata nell’ufficio del suo capo per aver svolto un buon lavoro. Proprio come mi era successo i primi tempi al centro estetico. Una baggianata è vero, ma ricordo bene la mole di lavoro che arrivò ad agosto ed io, neo assunta, priva della mia collega più anziana, riuscii a far quadrare tutto con incassi a 4 cifre ogni giorno. Mi arrivò una lettera a fine mese, l’ho conservata, il capo mi chiamava “piccola peste” non ho mai capito perchè, ma mi faceva i complimenti per il lavoro svolto e mi aveva messo anche un premio. La mia ultima soddisfazione prima delle catastrofi. Se quella ragazza non avesse lasciato la gestione del negozio, probabilmente io lavorerei ancora…
E’ brutto fare queste considerazioni, è brutto trovarsi a quest’ora del giorno con i pensieri. Ma è solo il momento, domani sarò la classica e combattiva Sara che smonta il mondo intero per ritagliarsi quel piccolo spazio nel mondo.