L’Ultimo Nessuno – Progetto Ulisse
10 Giugno 2019Il ragazzo che fuggiva dai sogni
21 Giugno 2019UNA STAGIONE SELVAGGIA
di
Joe R. Lansdale
(Pulp Adventure Phases)
Anni ’80, Texas, nella (poco) ridente cittadina di LaBorde l’aria gelida di un inverno che pare non voler far sconti, fa da cornice a due amici che si divertono a tirare al piattello.
Hap Collins, figlio disilluso e profondamente scottato degli anni ’60, alla soglia dei suoi quarant’anni si ritrova precario per aver deciso di lasciare l’università vent’anni prima all’inseguimento di un (falso) sogno pacifista e di una donna meravigliosa con cui condividerlo.
Leonard Pine è invece un uomo senza alcuna reminiscenza peace&love, veterano della guerra del Vietnam, troppo bello per passare inosservato agli occhi delle donne ma nient’affatto interessato all’articolo in quanto omosessuale.
Entrambi vivono la loro vita alla giornata, lavorando saltuariamente nei campi di rose, senza immaginare che in quella gelida mattina invernale qualcosa di immenso e terribile sta per abbattersi su di loro: Trudy, la bellissima ex moglie di Hap, colei che vent’anni prima lo condusse alla rovina.
Pur essendo passati molti anni (e numerosi ritorni di fiamma, da cui Hap è uscito sistematicamente scottato) Trudy non solo è ancora un nervo scoperto per l’ex marito, ma anche una donna che riesce a fargli dimenticare tutto quello che lo circonda, soprattutto se dopo un’appagante notte di sesso gli fa un’offerta troppo allettante per essere rifiutata: soldi, tanti, troppi, abbastanza per rimettete in sesto le loro vite alla deriva.
A detta della donna si tratterà di una cosa da nulla, ma Hap ne ha viste troppe per non sapere che tanti soldi (specie se di dubbia provenienza) non sono mai a buon mercato e tira dentro “l’affare” anche il suo miglior amico Leonard.
I due si troveranno a dover collaborare, gioco forza, con una banda di nostalgici degli anni ’60 in un susseguirsi di rocambolesche avventure tra il gelo dell’inverno, l’oscurità di una fitta palude, sesso e reminiscenze di un passato troppo doloroso e bello al tempo stesso per poter essere dimenticato.
Lansdale ci trascina in un’America povera, fatta di gente concreta, d’ideali mancati e orgoglio ferito, ricchissima di sfumature pulp e, pertanto, non molto indicata per i deboli di stomaco.
Il ritmo della narrazione è serrato; il linguaggio è duro, immediato, a tratti violento, sempre senza fronzoli, esattamente come i nostri protagonisti, come le loro storie, e tagliente come la loro instancabile ironia.
La storia cattura e diverte in meno di 200 pagine, tenendo il lettore incollato alle pagine senza fargli quasi prendere fiato. Non aspettatevi rose e fiori perché non ce ne saranno, ma se vi piace l’avventura ironica e divertente, seppur a tratti crudele, allora Una stagione selvaggia fa decisamente al caso vostro!
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2 Comments
Bella recensione, invoglia alla lettura. Bravi
Grazie Marko!