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22 Febbraio 2023Bloccati dalla neve
Una commedia tutta da ridere con due grandissimi interpreti che trasmette con delicatezza una grande verità: dopo la tempesta torna sempre il sereno
Vittoria Belvedere e Enzo Iacchetti sono i protagonisti di una commedia divertente e brillante. Bloccati dalla neve, vivono in una situazione surreale che però ricorda tantissimo il periodo della clausura per colpa del covid. Geniale la scelta di dare la “colpa” di questa forzatura in casa a un agente atmosferico, in effetti dopo tre anni che non si parla d’altro, la situazione pandemica ha iniziato dare noia. Il teatro invece è importante per mandare messaggi fondamentali, alleggerendo l’atmosfera e la vita dello spettatore, almeno per quelle due ore che si siede in platea. Così nasce un dialogo tra Patrick e Judith, due persone completamente diverse tra loro che si trovano insieme in quest’avventura e…scoprono che dopo la tempesta torna sempre il sereno.
Siamo tutti indispensabili fin quando non serviamo più e ci salutano
Il testo dell’americano Peter Quilter, tradotto e adattato da Enrico Maria Lamanna e Marioletta Bideri, racconta l’incontro di queste due anime in netto contrasto tra loro. Da un lato c’è Patrick, quest’uomo colto, che ama la musica leggera e trova la sua dimensione nell’ordine e nella solitudine del suo appartamento, dal quale riesce anche a lavorare. Dall’altro c’è Judith, una donna vulcanica ed estroversa che per certi versi può sembrare anche maleducata e invadente. Il grande cuore di entrambi i personaggi sarà la chiave che, in una situazione di emergenza come una tempesta di neve, riuscirà a far superare i limiti personali e porterà, al termine della tempesta di neve, la coppia a una svolta inaspettata. Se da un lato c’è chi si nasconde dietro la propria solitudine, dall’altra c’è chi vuole comunque mettersi in gioco nonostante le ferite collezionate dalle precedenti esperienze. Il desiderio di non stare da soli è più forte di tutto e aiuta i protagonisti a uscire dai propri gusci. È proprio grazie alla tenacia di Judith che Patrick riesce a uscire dal suo guscio, dalla sua tana, e a prendere fiducia per tornare nel mondo.
La scenografia, opera di Fabiana Di Marco, è un altro elemento portante di questa commedia. Imponente e dominante, è il terzo attore non protagonista. Immediatamente aperte le tende, si entra in un’atmosfera familiare, un salotto di montagna con tanto di caminetto acceso e finestroni che delimitano l’esterno. L’accuratezza e la particolarità con cui sono stati scelti gli oggetti di scena, aiutano a entrare all’interno dell’intimità di questo appartamento, ma soprattutto a delineare maggiormente la personalità di Patrick. Dalla testa di Socrate, alla radio anni 60, passando per un caminetto moderno elettrico perfetto per chi ne vorrebbe uno ma vive in appartamento e non può installarlo. Anche i costumi sono perfetti per un clima freddo e montano, i vestitini all’uncinetto di Judith si sposano benissimo con l’arredamento di Patrick.
Le risate dei due protagonisti, che si calano nei personaggi con una precisione chirurgica, spezzano il ritmo lento e a volte quasi soporifero dei dialoghi. Del resto solo una coppia esperta come Iacchetti e Belvedere avrebbero potuto empatizzare così tanto con il pubblico da catturarlo e tenerlo incollato alla storia per sapere come va a finire. Le previsioni metereologiche incoraggiano l’amicizia tra i due sconosciuti, lei arriva dal paese in cerca di burro e uova, lui è chiuso in casa con tutto il necessario. Il sereno tornerà solamente quando i due avranno ormai rotto il ghiaccio e di si saranno lasciati andare a un’amicizia, ma forse anche qualcosa di più. Perché dopo la tempesta torna sempre il sereno.