Mamma Mia!
7 Luglio 2017Una rosa blu jazz
1 Agosto 2017Due chiacchiere con Dino Scuderi
Umiltà , diligenza, piedi per terra e….lavoro lavoro lavoro.
O anche studio e lavoro se volete.
Questa è la formula magica del maestro Dino Scuderi, per poter essere un performer di successo. Il pianista e compositore d’orchestra, che nel suo curriculum vanta collaborazioni con nomi illustrissimi nel panorama teatrale – si parla di composizioni per Giorgio Albertazzi, Stefano Masciarelli, Mario Scaccia, Silvio Orlando, Rocco Papaleo, Giuliana Lojodice, Roberto Herlitzka, Massimo Venturiello, Luca De Filippo – ci svela le caratteristiche ideali degli allievi, mentre la scuola Musical In Progress ha ancora i bandi aperti per la stagione 2017/2018.
“Il candidato ideale è una persona conscia che fare questo mestiere non si limita solo alla voglia di volerlo fare. Dietro ci deve essere una preparazione e uno studio importanti. È come la punta dell’iceberg, uno non si può fermare soltanto a quella, ma deve conoscere tutto quello che c’è di sommerso, lo studio serio di tutte le discipline che offre il MIP. Noi vogliamo gente che abbia voglia di studiare e di stare a contatto con noi, di migliorarsi. Non ci interessano persone che pensano a questo mestiere come un fattore di divertimento oppure pensano di essere già arrivate. Cerchiamo persone realmente motivate a studiare e a comprendere quanto questo percorso sia utile ad essere completi sia nel canto, che nel ballo e nella recitazione.”
Il requisito principale quindi è la motivazione.
“La motivazione, la serietà , la capacità di capire che questo è un mestiere che ha bisogno di performer che hanno una preparazione molto solida, anche perché la concorrenza di gente brava in giro è importante. Le scuole nate negli ultimi dieci anni hanno sfornato personaggi molto bravi, il livello si è alzato molto. Se bisogna tener testa alla concorrenza presente bisogna fortificarsi.”
Quest’anno c’è un cambio nella direzione artistica del MIP, non troveremo più Chiara Noschese, presente da anni, ma Vittorio Matteucci. Che programmi state mettendo a punto?
“Sicuramente l’impostazione darà importanza alla formazione più professionale. Per esempio quest’anno mi è stato chiesto di far fare ai
ragazzi un percorso su uno spettacolo che ho scritto io, ovvero Edda Ciano Tra Cuore e Cuore che ha debuttato ad aprile. Io farò con gli allievi un percorso costruttivo, con un testo inedito, dando loro la possibilità di confrontarsi con un musical nuovo, con delle partiture fresche e dei personaggi mai visti. In questo modo, diamo agli studenti la possibilità di creare dal vivo dei personaggi, senza necessariamente doversi rifare a interpretazioni pregresse. L’obiettivo sarà creare il proprio personaggio dal nulla, perché si tratta di un lavoro nuovissimo, in vista anche del saggio finale, quando verrà portata una sintesi di questo musical. La presenza di Vittorio è importante perché è un personaggio molto conosciuto dagli amanti del musical, così come è stata Chiara. Credo che questo dia possibilità a tanta gente di avere materiale di confronto. In più ci sono io, c’è Gianfranco Vergoni e altri colleghi che fanno parte di questo cast didattico. Siamo solo a luglio, eppure so che di richieste ne abbiamo molte. Credo che a settembre ci troveremo davanti al problema della selezione, di quanti far entrare nell’accademia a numero chiuso e quanti tenere fuori.”
Qual è l’obiettivo della stagione?
“Mi aspetto di creare delle persone che comprendano l’importanza di fare questo lavoro. Bisogna sempre lavorare e studiare, non smettere mai. Sono queste le due componenti che ti fanno amare il mestiere. La voglia di crescere e di imparare qualcosa di nuovo è una linfa che fa si che l’amore per questo mestiere non passi mai.”
Un maestro del suo calibro, chi ha come musa ispiratrice per non fermarsi e crescere?
“Mi sono sempre ispirato ai grandi artisti sia del passato che del presente, coloro che oggi fanno seriamente questo mestiere. Non faccio nomi, dico solo che ci sono persone che hanno dimostrato che fare arte, in questo caso  fare musical, è una cosa estremamente seria, che va affrontata con grande serietà e curiosità , voglia di fare meglio e dire sempre qualcosa di interessante. Mi sono ispirato sempre a quelli che hanno fatto qualcosa di interessante nella loro vita e oggi si possono definire dei musicisti importanti.”
Al di là del MIP ci sono progetti personali?
“Si, Edda Ciano ha fatto un’anteprima da aprile e da settembre/ottobre farà una tournée grazie alla Compagnia De La Marca, che ha già portato in giro un altro mio spettacolo: Salvatore Giuliano. Questo è il chiaro esempio di una compagnia giovane che ha tanta voglia di fare, con tanta testa, che cerca di poter fare le cose nel modo migliore possibile con i mezzi che ha. Il prossimo anno porteranno in giro questi due musical. Poi ci sarà l’Oscar del Musical, che non so di preciso il periodo, poi ci sono altri progetti come scrivere un altro spettacolo e altre cose che mi auguro che partano.”
In italia ci sono molte produzioni che nascono e muoiono per la mancanza di fondi, il male comune di tutti gli ambienti e non solo del musical, c’è un rimedio o una formula che potrebbe essere adottata per evitare che accadano questi episodi?
“Io non sono molto d’accordo a dare la responsabilità alla mancanza di fondi. Noi abbiamo avuto un esempio molto eclatante di musical che disponeva di fondi importanti ed enormi e che però non ha potuto continuare per mancanze di altro genere. Il problema vero è che l’Italia è un Paese che nel campo di musical si può paragonare ai palestrati che amano mostrare i muscoli, ma che hanno poco cervello. È una gara a chi mostra i muscoli. Servono grandi creazioni e non grandi produzioni. Non mi riferisco solo a idee di carattere artistico, ma soprattutto riuscire a mettere in piedi grandi progetti. È inutile stare qui a cercare di pensare a cose hollywoodiane per mostrare i muscoli. Qui bisogna avere progetti che siano fattibili e artisticamente interessanti. Non è tanto il problema dei fondi, è un problema di testa e di capacità . Parlo per esperienza mia e dati di fatto. Quello che fa cambiare le cose sono le espressioni di pensiero. Fino a quando non ci abituiamo a ragionare con la testa piuttosto che con i muscoli, le cose cambieranno ben poco. Le cose non sono messe bene nel nostro paese, perché si sono messi di mezzo le persone ignoranti, la gente che pensa che un musical possa esser fatto dall’oggi al domani. Tante produzioni hanno pensato di fare grandi cose solo perché avevano i capitali e poi hanno fatto flop subito. Io mi auguro che si torni a partire anche da cose piccole, ma con una certa competenza, umiltà e serietà . L’Italia dei furbetti non deve esistere, spero che piano piano le cose cambino dal basso, dalle piccole cose fatte bene, dalla gente che sa fare il suo mestiere. I registi devono tornare a fare i registi, gli autori che facciano gli autori, i produttori e così via. Va ripristinato l’ordine nei ruoli perché negli ultimi tempi tutti sono diventati autori, registi, coreografi … Per serietà intendo anche che si ripristinino dei ruoli ben precisi. Mi auguro che d’ora in poi sia così.”
Essere più chiari di così non si può.
Essere un performer non è uno scherzo. Lavorare nel mondo del musical comporta serietà e professionalità , unite a lavoro, creatività e studio. Se pensi di avere tutte le carte in regola per diventare un attore di musical, il Musical In Progress è la scuola che fa per te!