Debutto italiano per Buddha Passion di Tan Dun
La Sala Santa Cecilia dell’Auditorium di Roma ospita uno dei più famosi compositori internazionali Tan Dun con la sua Buddha Passion, eseguita da Orchestra, Coro e Voci Bianche dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
In Cina esistono le Grotte dei diecimila Buddha. Ma al pubblico turistico più interessato sono note con il nome di Le grotte di Mogao. Buddha Passion, del grande compositore Tan Dun, è un’opera inno che effettua un percorso ispirato ad alcuni dei tesori di valore inestimabile, emersi proprio da queste grotte. Il debutto italiano di Buddha Passion è stato rinviato diverse volte a causa della pandemia da covid 19 ed ha potuto avere luogo solamente in questi giorni all’Auditorium Parco della Musica, grazie alla collaborazione con RomaEuropa Festival. «Sono stato sopraffatto dalla bellezza delle immagini e dalla secolare devozione al buddismo che emerge da quei dipinti. – racconta il maestro Tan Dun a seguito della visita effettuata in quei luoghi – […]. Non solo la bellezza e la varietà delle immagini mi hanno commosso, ma anche le storie che sono rappresentate sulle pareti di quelle grotte. Erano le storie che mi raccontava mia nonna, quando ero ragazzo e correvo scalzo per le campagne della mia provincia.»
Buddha Passion narra l’unione e l’equilibrio tra l’uomo e la natura, un connubio che specialmente in questo momento storico è davvero difficile da raggiungere. L’opera nasce dall’ispirazione all’antica città di Dunhuang (in Cina) dove passa la via della seta, e dalle Grotte di Mogao. Fu proprio all’interno di quelle grotte che il maestro compositore passò circa due anni della sua esistenza a contatto con i preziosi reperti storici che sono stati ritrovati. Sembra che all’interno di queste grotte, proprietà Unesco e visitabili solo da 11 a 20 alla volta per preservare la loro unicità, siano custoditi materiali artistici che vanno dalla musica, affreschi, dipinti, statue e manoscritti risalenti al periodo dal IV al XIV secolo. «Sono conosciute anche come le grotte dei ‘mille Buddha, celebri per i loro murales che – spiega il compositore – raffigurano più di quattromila strumenti musicali, tremila musicisti e cinquecento orchestre. Ero così profondamente commosso che potevo quasi sentire i suoni emanati da quei murales.»
Le storie sono la particolare caratteristica del progetto di uno dei compositori più importanti al mondo. Essendo anche un grande compositore di musiche da film, lavorando per le produzioni cinematografiche internazionali, Tan Dun è riuscito a dare a Buddha Passion un’impronta leggera e impattante nello spettatore, che vede con estrema chiarezza davanti ai propri occhi le immagini di ciò che si sta narrando in musica. Sei atti, sei storie, ognuna delle quali rappresenta un momento di vita diverso del cammino terrestre del Buddha: lasciare ogni forma di attaccamento materiale ed emotivo proprie del mondo per raggiungere una dimensione di purezza e arrivare infine al Nirvana. Per comprendere la musica di Tan Dun e vivere così a pieno la sua opera, è utile prendere un serio distacco dal quelle che sono le contaminazioni del mondo occidentale e consumista, ma anche delle altre religioni. La via della compassione viene raccontata con una grande leggerezza attraverso storie di vita. Si narra la storia del principe e del cervo dai nove colori, si narra la storia del piccolo principe e dell’uccellino morto – il momento iniziale che porta così alla scoperta della sofferenza nel mondo, iniziando un cammino spirituale di meditazione e a diventare Buddha – fino ad arrivare alla morte di Buddha e al suo ingresso nel Nirvana.
L’orchestra si destreggia in un delicato labirinto di passaggi, leggero e mai invadente, che aiuta a riprodurre le immagini nella mente dello spettatore. Solamente verso la fine dei due atti c’è una corsa crescente che suscita pathos e regala appalusi. Magistrali i sei solisti che hanno narrato le avventure dei protagonisti delle sei storie. Impeccabili e di grande impatto il coro e le voci bianche, preparati dal maestro Andrea Secchi, dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia che hanno cantato sia in sanscrito che in cinese. Utili e fondamentali i sopratitoli in lingua italiana e inglese che hanno accompagnato entrambi gli atti.
Orchestra, Coro e Voci Bianche dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
direttore Tan Dun
soprano Candice Chung
mezzosoprano Hongni Wu
tenore Yi Li
baritono Elliot Madore
voce autoctona femminile Jiangfan Yong
voce autoctona maschile Batubagen
danzatrice e pipa Han Yan
maestro del coro Andrea Secchi
Tan Dun Buddha Passion (prima esecuzione italiana)
Tan Dun parla della sua Buddha Passion sul canale dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia:
Per saperne di più dal punto di vista tecnico del Buddha Passion di Tan Dun, rimando l’articolo del Giornale della Musica completo e molto ben scritto, di sicuro un approfondimento degno di nota del collega Mauro Mariani.