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23 Marzo 2025I tre moschettieri
A distanza di 25 anni dal Notre Dame, da una storia senza tempo, Stefano Francioni presenta una delle opere pop più emozionanti di sempre
Tutti per uno e uno per tutti!
Tous pour un, un pour tous!
È in tournée per i maggiori teatri italiani una delle storie di amicizia e lealtà più famosa di sempre. Dalle pagine del romanzo di Alexander Dumas, viene traslata per il teatro la storia de I Tre Moschettieri. Un prodotto realizzato dalla Stefano Francioni Produzioni, in collaborazione con il Teatro Stabile D’Abruzzo, che sta incantando gli animi di tutta Italia. Dai costumi alle scenografie, dal corpo di ballo ai personaggi principali, questo è decisamente lo spettacolo dell’anno. Adatto a grandi e piccini, I Tre Moschettieri presenta uno studio accurato e preciso di ogni elemento che lo compone.
Da Notre Dame a I Tre Moschettieri
Alla mente tornano ricordi lontani. Di un decennio in cui c’era un’altra opera che aveva conquistato il cuore di tutti gli appassionati e avvicinato quelli che ancora non avevano mai visto un musical interamente cantato. Un’opera che quest’anno festeggerà il 25^anno di produzione: Notre Dame De Paris. Il riferimento è d’obbligo quando inizia il brano madre dell’opera, “Parigi“, sembra di essere tornati al lontano 2002, all’interno del Gran Teatro di Roma e aver ascoltato Bella. Tre uomini raccontano l’amore per la zingara straniera, colei che li metterà nei guai, chi in un modo chi nell’altro. Anche ne I Tre Moschettieri abbiamo un trio: Giò Di Tonno è Athos, Vittorio Matteucci è Porthos, Graziano Galatone è Aramis e sono proprio loro a raccontare le vicende della cittadina francese, mettendo in guardia lo straniero D’Artagnan che arriva in cerca di gloria.
Ci spostiamo quindi dalla cattedrale di Notre Dame alla corte di Luigi XIII, con decenni di differenza ed epoche che oggi non ci sono più, mantenendo però storie di lealtà , amicizia, amore e sotterfugi che non potrebbero essere più contemporanei. È proprio Giò Di Tonno che compone le musiche dell’intera opera. La bravura di questo artista è stata quella di riuscire a narrare in musica oltre due ore di spettacolo senza mai annoiare passando dai duelli all’amore, dall’amicizia ai sotterfugi. «Considero I Tre Moschettieri l’inizio di una nuova vita artistica – ha raccontato proprio Giò Di Tonno in conferenza stampa – che mi vedrà sempre più impegnato come compositore. Ho messo tutto me stesso in questo progetto che finalmente vede la luce. Sono felice di portare in scena la storia di amicizia più celebre della letteratura, e di farlo proprio con alcuni amici veri, a cominciare da Vittorio Matteucci e Graziano Galatone con cui ho già condiviso tante avventure, Alessandro Di Zio, autore dei testi, a Renzo Musumeci Greco maestro d’armi e di vita, per finire con un nuovo amico, Giuliano Peparini, col quale sono onorato di lavorare.»
La narrazione scorre veloce ed è guidata da un bravissimo Roberto Rossetti, che in questo caso veste i panni di Alexander Dumas e racconta, libro alla mano, dall’ouverture in poi tutte le scene che si svolgono.
Dagli attori al cast creativo, una macchina perfetta

Camilla Rinaldi – I tre moschettieri
Le donne di questo cast sono di una bravura eccezionale. Fra tutti spicca la figura delicata e potente al tempo stesso di Beatrice Blaskovic, in arte Costanza, una ragazza dolce, l’emblema dell’amore eterno e della fedeltà alla sua regina e al suo innamorato D’Artagnan. In esatta opposizione, coperta da una valanga di applausi, c’è Camilla Rinaldi, una Milady cattiva e determinata, spietata come pochi, che senza paura tenta di portare a compimento le sue macchinazioni. È stata proprio una presenza scenica davvero catalizzante che, nonostante il ruolo antagonistico, fa venire voglia di schierarsi dalla sua parte. Gabriele Beddoni è Planchet, ovvero il garzone di D’Artagnan, e merita una menzione speciale perché corre, salta si dimena sul palco come un folletto impazzito, senza perdere mai il controllo vocale. La spavalderia D’Artagnan è interpretata da Sea John, questo ragazzone bello con gli occhi verdi che conquista dapprima la lealtà dei moschettieri, guardie private del re, attraverso duelli illegali e poi il cuore della bella Costanza, al quale giura amore eterno.
La costruzione dei costumi e delle scenografie, arricchiti dal gioco di luci, ci immergono in un’atmosfera surreale, tipica dei quadri di Caravaggio. Se nel Notre Dame avevamo una scenografia statica dove gli attori si alternavano, qui abbiamo una macchinazione dinamica incredibile. Nel corso del tempo si sono evolute le idee e dalla semplice corte di Luigi XIII, idea originale della scenografia, si passa a una struttura mista di proiezioni e pannelli che ci portano dalle stradine di Parigi alle segrete dei castelli, dalla corte imperiale alla sede dei i moschettieri. Il lavoro delle scenografie, di e delle luci aiuta tantissimo il viaggio che lo spettatore fa all’interno della storia di Alexander Dumas, si passa dal presente al passato, dal mondo reale all’onirico con grande morbidezza e fluidità .

Sea John & Beatrice Blaskovic – I tre moschettieri
Una pioggia di applausi va anche a tutto il corpo di ballo della Peparini Academy: eseguono con grandissima precisione e grande preparazione le coreografie studiate dalla coppia composta da Veronica Peparini e Andreas Müller. C’è grande attenzione anche nella costruzione e riproduzione dei duelli tra i vari moschettieri. Proprio qui si è visto l’apporto del maestro d’armi Renzo Musumeci Greco, la sua figura è stata determinante per rendere il tutto più realistico.
Se da un lato scrosciano abbondanti applausi per il cast e il corpo di ballo, dall’altro c’è lo stesso riconoscimento per tutto il lavoro del cast creativo:
- La direzione artistica e la regia sono state curate da Giuliano Peparini.
- Le coreografie sono state curate da Veronica Peparini e Andreas Müller.
- Le scenografie sono state curate da Marco Palmieri.
- Le musiche sono state composte da Gio’ Di Tonno.
- I testi sono stati scritti da Alessandro Di Zio.
- Gli arrangiamenti sono stati curati da Gio’ Di Tonno e Giancarlo Di Maria.
- L’orchestrazione è stata curata da Giancarlo Di Maria.
- I costumi sono stati curati da Valentina Davoli.
- La produzione esecutiva è stata curata da Paola Pirandola.
Sarà un viaggio multipiano, che grazie alle vicende di D’Artagnan e ai personaggi che incontra, cullerà lo spettatore attraverso la fedeltà di quest’uomo verso i suoi compagni e il suo re, verso la donna amata e soprattutto verso se stesso. Sarà il viaggio introspettivo nell’io più nascosto e nei problemi personali mai risolti di Athos, Porthos e Aramis. Sarà il viaggio di Milady, spietato con sede di vendetta per ricucire una ferita che sanguina ancora un amore finito male. Tra intrighi e duelli, tra amore e vendetta, tra rivalsa e macchinazioni il quesito è sempre lo stesso: la lotta tra il bene e il male e la presa di posizione dei personaggi è davvero corretta?