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8 Aprile 2019La Divina Commedia Opera Musical
La recensione
“E quindi uscimmo a riveder le stelle”
La Divina Commedia è uno di quei classici intramontabili che tutti gli studenti liceali si ritrovano a dover affrontare dal terzo anno fino alla maturità. Un testo scritto, ipoteticamente, intorno al 1308 e il 1321 e che ancora oggi viene indicato come testo contemporaneo.
La Music International Company ha preso questo monumento della letteratura italiana e l’ha portato a teatro, trasformandolo in un’opera musical. Forte del successo delle edizioni precedenti, con un pubblico di oltre 700mila anime tra pubblico adulto e scuole, la compagnia ha stravolto nuovamente lo spettacolo regalando un volto nuovo a tutta la struttura.
Lo spettatore viene accompagnato nel famoso viaggio che Dante Alighieri fa nei tre regni ultraterreni cristiani: inferno, purgatorio e paradiso, attraverso elementi che impattano fortemente e lasciano il pubblico incantato.
“Puro e disposto a salir a le stelle”
Tutto è studiato nel minimo particolare. Tutto segue una macchina da guerra senza paragoni. Forse, nemmeno il Notre Dame De Paris si è spinto tanto da coniugare tanti aspetti diversi. Scenografie spettacolari, quasi da film, hanno movimentato il palco ricreando quelli che sono luoghi fantastici, come la barca di Caronte, come l’albero di Pier Delle Vigne, la nave di Ulisse o anche l’incontro di Dante e Beatrice con un cerchio che si solleva dal pavimento. A dare man forte a una struttura molto possente, ci sono anche le grafiche multimediali e 3D, impiegate sapientemente, hanno dato un tocco suggestivo all’opera contribuendo in maniera marcata in quei settori difficili da riportare, come ad esempio il paradiso rappresentato da un cielo stellato.
Le scenografie da sole non bastano. A dare movimento sul palco, ci sono anche le coreografie stupende, eseguite da un corpo di ballo di grande livello. Quasi tutti gli interventi coreografici abbracciano la danza moderna-contemporanea priva di altre contaminazioni, senza però tralasciare quelle basi caratteristiche dell’aspetto classico.
“L’amor che move il sole e l’altre stelle”
La Divina Commedia in qualche modo andava alleggerita. Questo è stato l’arduo compito del libretto musicale composto da Marco Frisina. Finchè siamo nell’inferno, ad eccezione della storia di Paolo e Francesca, assistiamo ad un crescendo e ad una musica forte caratterizzata da percussioni, spesso invadente, che manda il messaggio duro e disperato delle anime che lo abitano, sostenendo la disperazione di Dante che quasi non ne può più di vagare per i vari gironi. Passando invece nel purgatorio, l’ambiente si ammorbidisce molto e, tolto il racconto di Catone, si inizia a parlare di amore e di dolcezza. Purgatorio e Paradiso, che costituiscono il secondo atto, sono stati concepiti quasi come un tutt’uno, collegati da un veloce crescendo che dà la spinta all’epilogo finale in Paradiso. È un peccato che dovendo stringere molto, le due strutture vengano presentate come se fossero un pastone unico, con il monologo di Virgilio e l’arrivo di Beatrice a fare da spartiacque.
La Divina Commedia Opera Musical è un prodotto molto ben riuscito, con un cast di grande livello e un team creativo da lodare. Ovviamente è uno spettacolo che va studiato prima di andare a teatro, al fine di capire meglio la situazione in cui si è e i vari passaggi – in particolar modo tra purgatorio e paradiso sono molto condensati, altrimenti la pièce durerebbe molto più di 2 ore e 40 minuti. Ma è uno spettacolo che merita il biglietto se non altro per il lavoro di scenografie, costumi e coreografie.
2 Comments
emozionante…..spettacolare!
Sono d’accodo con te!