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19 Maggio 2020La festa della mamma
Perché quando ce l’hai ci litighi sempre, ma quando non ce l’hai ti manca!
Come avete passato voi la festa della mamma?
Noi per la prima volta siamo riusciti a non scannarci! Esatto proprio così. Ovvio che se avete visto i post precedenti, saprete già che ne abbiamo passate di cotte e di crude. Ma soprattutto mamma ne ha passate abbastanza da avere l’abbonamento chiuso per almeno una ventina d’anni – ma si spera anche di più.
La festa della mamma è quel giorno in cui tutti i vari social media si riempiono di foto di figli con la propria madre, esattamente come accade il giorno della festa del papà o tutte le altre celebrazioni che amiamo tantissimo sbandierare sui social. Perché ormai si fa così.

La festa della mamma
Béh la festa della mamma per noi quest’anno ha avuto il sapore di un riscatto. Un anno fa di questi tempi, entravo nella Terapia Intensiva di Tor Vergata e le mettevo le cuffiette con il suo amato Zarrillo e le facevo sentire a ripetizione le sue canzoni più fiche, perché nel giro di 10 minuti vomitavo a manetta tutto quello che avevo da dire e non sapevo più come impiegare il tempo. Così tra una rosa blu e un elefante e una farfalla, aspettavo il momento in cui mi cacciavano dal reparto per chiusura visite. Tutto questo un anno fa.
I dolci ci sono un pò mancati a tavola, però tra la quarantena forzata e le varie diete da seguire in famiglia, diciamo che una pianta è andata più che bene. Certo perché lei è quella che riesce a trasformare un terrazzo di 5mq in una serra colorata e verde. “Guarda là le mie belle orchidee come stanno rifiorendo” si vantava. E quegli zeppetti, in effetti, le hanno fatto anche i fiori. Roba che io e nonna ci siamo dannate per non farle morire durante la sua assenza, ovviamente senza successo, ma poi è tornata lei e quelle stronzette si sono messe a rifare i fiori. Mamma mancava anche a loro.
Probabilmente il pollice verde è l’unica cosa che non ho preso da mamma. Io che faccio morire anche le piante grasse.
E vai dove ti porta il cuore, si
Un ritaglio dentro la patente
Ci sei stata mille volte ma
Non ci hai mai trovato niente
Niente che ti aiuti a capire
Il senso di una sera che non sa meravigliare
Il senso del tuo ricordare e progettare
Scordandoti di vivere adesso
Adesso che si alza un vento che spazza le nuvole
E che si porta via gli inverni
La polvere, i dubbi e i miracoli
Aspettati mille anni
Anni spesi per ritrovare
Le cose che qualcuno è riuscito a smarrire
La voglia di sorridere, di perdonare
La debolezza di essere ancora
Come ti vogliono gli altri
La borsa di una donna pesa come se ci fosse la mia vita dentro
La borsa di una donna è il brano che sto studiando in questi giorni. Oggi mentre provavo, pensavo. Un brano che mi ha fatto realizzare all’improvviso a quanto sono simile a mamma. Un anno di sbirciate allo specchio, trovandomi sempre più uguale a lei. In ogni gesto, espressione, accortezza verso chiunque. Tutto realizzato nell’ultimo anno. Devo dire che qualche tempo fa, se qualcuno mi avesse detto “mado assomigli sempre più a tua madre” mi sarei avvelenata. Ma poi pensandoci bene, io mia madre l’ho sempre stimata in silenzio, anche quando litigavamo. Quella forza che ha dentro e fuori, che mette in tutto quello che fa e tutti quei bocconi amari mandati giù, soffrendo solo in silenzio, senza dire nient a nessuno per non creare dispiacere. Quella velocità di reazione, quella voglia di fare sempre tante cose ed essere frenati solo dalla mancanza di mezzi (il più delle volte dai soldi, ma vabbè). Quella forza di tirarsi su dalle tegole della vita. Sempre col sorriso. Hai capito Noemi? Ha creato una canzone in cui ha racchiuso anche la mia mamma.
E allora un anno… 3 operazioni… 2 mesi di terapia intensiva… 2 di mesi di neurochirurgia…. 3 mesi di clinica riabilitativa….e siamo ancora qua con un aneurisma cerebrale perfettamente recuperato!
Buona festa della mamma!