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23 Dicembre 2019Guerriere
La recensione
La guerra. La donna. Il senso del dovere. Tutto questo è Guerriere, lo spettacolo di Giorgia Mazzucato andato in scena al teatro Trastevere.
Una scenografia scarna, allestita con pochi oggetti di scena, che non permettono allo spettatore molte distrazioni. Una colonna sonora delicata, che alimenta lo stato di inquietudine che Guerriere vuole raccontare. Il tutto perché l’attenzione viene canalizzata in un’unica direzione: il testo. Un’ora di monologhi, snocciolati attraverso il punto di vista di tre donne diversissime tra loro, narrano le vicende della Prima Guerra Mondiale visto dal gentil sesso.
Gentile si fa per dire. Perché Angela è una ragazza ventenne che si traveste da uomo per andare in guerra come soldato. Ci riesce. Arriva al fronte. Fa addestramento. Racconta attraverso lettere inviate alla famiglia, la vita in trincea, con i colleghi uomini perché durante la prima guerra mondiale le donne non erano ammesse negli eserciti. Il dolore e lo sgomento della guerra, una cosa insana che fa malissimo all’uomo oltre che all’umanità. Lo sgomento di una donna nel trovarsi a vivere a stretto contatto con il sesso opposto. Poi c’è Eva una alberghiera che parla della guerra senza grandissimo coinvolgimento. È lo specchio della sfera altolocata della società del tempo. Poi c’è Franca la reincarnazione di quello che erano una volta le donne che rimanevano a casa mentre i mariti andavano al fronte. Per vedere il marito si arruola come portatrice di viveri al fronte, rischiando di non tornare ed essere bersaglio facile dei cecchini. Una donna che inizia a lavorare per mantenere i figli, lavora in fabbrica, produce proiettili per gli eserciti, ma non basta e si ritrova a passare le notti in bianco per fare un altro lavoro ancora.
Giorgia Mazzucato, Miglior Artista Internazionale San Diego Fringe Festival (California), porta in scena un egregio lavoro di ricerca. È stata proprio la regista e autrice di Guerriere ad effettuare una selezione accurata attraverso gli archivi, del materiale storico del tempo. Una volta selezionato, la Mazzucato ha realizzato un testo unico che percorre quelle facce della guerra viste dalle donne. I personaggi sono stati scritti sulla base dei documenti trovati. Così sono state generate: una esuberante ventenne che va alla guerra; una snob altolocata alberghiera che racconta la guerra attraverso i miti di Coco Chanel e della Regina di Savoia; una mamma e moglie che si divide in due lavori per tirare avanti con i figli, mentre il marito è impegnato al fronte – tornerà mai a casa?
Qual è il minimo comun denominatore di queste tre sfere sociali diverse? Il senso del dovere. In un modo o nell’altro, ognuna si rimbocca le maniche e fa il suo dovere per portare a casa il risultato, per quel bene comune che una volta accomunava la popolazione e la portava verso un’unica direzione. Guerriere, va al di là del racconto canonico di una guerra, va oltre il punto di vista delle donne durante uno dei momenti più difficili che la storia abbia mai vissuto. Guerriere è lo specchio di quello che era una volta la società italiana, un movimento unico che va in un’unica direzione. Guerriere mostra quello che oggi non c’è più.