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L’immagine del pubblico al Maurizio Costanzo Show
ha scatenato nuove polemiche
Mercoledì scorso andava in onda la prima puntata della nuova stagione del Maurizio Costanzo Show. Una trasmissione in piedi da moltissimi anni, tradizione della seconda serata del palinsesto di Canale 5. Una puntata d’esordio registrata lunedì 26 ottobre. Come può una trasmissione storica suscitare tanto scalpore?
Siamo nell’era pandemica del coronavirus. L’Italia è soggetta, regione più regione meno, a diverse restrizioni per tenere la società il meno raggruppata possibile, favorendo l’individualità e la singolarità per evitare il contagio. Queste le regole del governo. Nelle varie restrizioni, moltissime attività sono chiuse e sospese, con tutti i rischi che questo comporta, fallimento incluso. Le chiusure hanno colpito per lo più il mondo dello spettacolo, sceso in piazza stamattina per manifestare una palese ingiustizia: musicisti, attori, addetti luci e scenografie, registi, fonici e chi più ne ha più ne metta. Ora lo scandalo della trasmissione di Maurizio Costanzo è l’essere riuscito a raggruppare ben 200 persone come pubblico, all’interno di un teatro allestito a studio televisivo.
Enrico Mentana è stato il primo a sollevare la domanda sui suoi canali social, chiedendosi perché i teatri non facessero la stessa cosa. «Forse perché i problemi sono i costi? – sbotta Valentina Goslino – Da mantenere c’è il costo del materiale per mettere in sicurezza la struttura, il plexiglass che separa una poltrona dall’altra, il costo della security che controlla con maniacalità l’affluenza, le distanze e le procedure.» Valentina è da sempre frequentatrice di entrambi gli ambienti, teatro e pubblico televisivo. Grazie al suo aiuto e alla sua esperienza, parliamo di come funziona il reclutamento per queste comparse.
La prima domanda che viene da porsi è: com’è possibile, nonostante le raccomandazioni del governo, radunare 200 anime? «Noi siamo stati sempre controllati. Siamo stati circa un’ora fuori gli studi in fila, con la security che ti controllava la distanza di sicurezza. Non potevo stare nemmeno accanto a mia madre che venivamo riprese. Siamo entrati negli studi scaglionati, uno ad uno. Abbiamo fatto i test sierologici, siamo passate agli scan della temperatura e poi ai metal detector, perché è vietato avere il cellulare durante le registrazioni. Le file delle poltrone vengono riempite man mano che la gente entrava. In sala c’era l’aria condizionata molto alta, infatti ci hanno fatto tenere i cappotti. Come hanno acceso l’aria, ci hanno detto che potevamo abbassare la mascherina. Finita la trasmissione, abbiamo fatto per alzarci con mascherina indossata, ma ci hanno fermato i ragazzi della security. Siamo usciti seguendo l’esatta procedura, inversa, di come siamo entrati. Uno per volta, mantenendo la distanza. A parte i capigruppi, cioè quelle persone che reclutano il pubblico, c’era uno staff di sicurezza composto da 5 persone che vigilava. Per me è stata un’esperienza ma non credo di ripeterla perché è estenuante, per circa 15 o 20€ di rimborso non vale la pena. Molto spesso nel pubblico ci sono sempre le stesse persone. Nonostante questo, vengono fatti i sierologici ad ogni trasmissione. Lunedì scorso, chi è uscito da Maurizio Costanzo Show ed è andato a Tu Si Que Vales hanno fatto nuovamente il sierologico e i controlli.»
Il plexiglass, come si può notare dalle foto, era posto tutto intorno alla seduta. Ma quanto può essere sicuro un ambiente simile? Valentina, ti sei sentita sicura e protetta? «È molto più sicuro che andare da una qualsiasi altra parte. Eravamo in una sorta di acquario, controllati, con l’aria condizionata molto alta. Sinceramente sì, mi sono sentita tranquilla. Non ha mai starnutito nessuno e nessuno si è sentito male. Da quello che so, gli unici che non hanno fatto i controlli sierologici sono stati dentro gli studi di Cinecittà, per la trasmissione Italias Got Talent. Noi eravamo fermi, con le mascherine, con i plexiglass, controllati… sinceramente mi sono sentita tranquilla.»
Il Maurizio Costanzo Show ha accorpato 200 anime tutte insieme, in barba al decreto legge che obbliga la distanza per la sicurezza. Però, all’interno dei teatri, il paramentro del metro e mezzo è stato rispettato fin dai primissimi giorni. Teatri piccoli e medi sono riusciti a partire con le loro programmazioni, tentennanti. Platee importanti come quella del Brancaccio e del Teatro Olimpico o del Sistina, non hanno nemmeno aperto per seguire le regole. Perché allora devono chiudere i teatri e la TV può andare avanti incontrastata? «Non devono chiudere infatti. Devono controllare che la gente sia in sicurezza. Io sono contro la chiusura dei teatri. Perché sono già in pochi quelli che vanno a teatro. La vera domanda è: chi controlla il pubblico che entra a teatro? I posti assegnati? Se vuoi seguire i protocolli, bisogna spendere tantissimi soldi. Purtroppo quello che manca è il buonsenso delle persone. Nelle palestre, per esempio è pericoloso. Per colpa di qualcuno che non rispetta le regole, ci vanno di mezzo tutti.»
Di certo c’è che in un momento storico come questo, dove il coronavirus e la tecnologia stanno prepotentemente dividendo la società, creando scompiglio e compromettendo la democrazia, è necessario avere ulteriori dati per dividere ancora di più e creare polemiche sterili e inutili? Ha senso per una trasmissione come il Maurizio Costanzo Show, oppure come Uomini e Donne, Amici di Maria De Filippi dove non c’è una giuria votante, mettere a rischio una fetta di popolazione utilizzata come pubblico figurante? Perché loro possono esonerarsi dal DPCM e gli altri no? I soldi sono il potere. La TV rispetto al teatro, ne fa girare molti di più.