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1 Agosto 2022Leonardo Lidi dirige la 3^edizione del Ginesio Fest 2022
Tra le strade e le piazze del centro marchigiano anche il Premio San Ginesio “All’arte dell’Attore”, presieduto da Remo Girone
Dal 18 al 25 agosto – San Ginesio
Manca poco all’inizio della terza edizione del Ginesio Fest, la prima con la prestigiosa direzione artistica di Leonardo Lidi, in scena dal 18 al 25 agosto.
Il Ginesio Fest si svolge tra le strade le piazze e i siti d’arte del centro marchigiano di San Ginesio (Mc), uno dei borghi più belli d’Italia, che nel 2016 è stato gravemente danneggiato dal terremoto, ma che ha saputo sin da subito dimostrare la forte volontà di rinascita sociale culturale ed economica. Un festival diffuso e originale in cui spettacoli, residenze artistiche, seminari e laboratori per professionisti, bambini, adolescenti e adulti si intrecciano in diversi spazi del Borgo, rivitalizzandoli. Punta di diamante dell’intero programma è il Premio San Ginesio “All’arte dell’Attore”, anch’esso alla terza edizione, assegnato da una giuria presieduta da Remo Girone e composta dal giornalista Rodolfo di Giammarco, dall’attrice Lucia Mascino, dalla poetessa Francesca Merloni e dal regista Giampiero Solari. Il premio celebra ogni anno un attore e un’attrice che si sono distinti nel corso delle loro carriere. Le edizioni precedenti hanno visto il premio assegnato a Federica Fracassi, Massimo Popolizio, Carolina Rossi, Michele Di Mauro. “San Ginesio è il Patrono della gente di teatro, ed è il Patrono del Borgo di San Ginesio. – dichiara Remo Girone – Questa è una coincidenza troppo bella per non fa nascere un premio annuale alla migliore attrice e al migliore attore di teatro. Quest’anno i premiati saranno Petra Valentini e Paolo Pierobon”.
L’obiettivo – sempre più concreto – è quello di far diventare San Ginesio un vero e proprio Borgo degli attori, un punto di riferimento stabile per tutti i professionisti del mondo dello spettacolo, una meta privilegiata in cui non solo si celebra il mestiere dell’attore, ma dove lo si studia e approfondisce, non soltanto per sottolineare il legame con il nome di questo luogo ma anche per offrire opportunità di sviluppo. Il cuore del progetto consiste nella volontà di animare il borgo non solo nel periodo estivo con le giornate d festival, ma durante l’intero anno, contribuendo, a partire dalla cultura teatrale, alla rinascita di un territorio. Con il ritorno all’operatività del Teatro “Giacomo Leopardi” (2023) e dell’Ostello Comunale, attrezzato con mense e oltre 200 posti letto (2023/2024), sarà possibile progettare in futuro un cartellone di eventi ancora più ambizioso dal punto di vista artistico e, grazie al potenziamento della ricettività a prezzi convenzionati, si potrà immaginare un salto di qualità anche nell’accoglienza dei professionisti della Scena.
“E’ un importante traguardo aver raggiunto la Terza edizione del festival – dichiara il Sindaco di San Ginesio, Giuliano Ciabocco – lanciato in piena pandemia e nel post sisma allo scopo di dare una testimonianza forte di quanto il borgo fosse pronto ad un cambio di marcia e ricomporre così un terreno fertile per il suo rilancio culturale, sociale, turistico ed economico”.
“Abbiamo intrapreso una forte e mirata politica di valorizzazione dei borghi e dei centri storici delle Marche – afferma Francesco Acquaroli, Presidente Regione Marche – luoghi preziosi che custodiscono il patrimonio millenario della nostra cultura e dell’identità marchigiana. Il Ginesio Fest è un esempio virtuoso della possibilità di valorizzare e rilanciare i nostri territori, così pieni di spunti e ricchezze, lanciando un grande progetto culturale capace di trainare lo sviluppo turistico ed economico di un intero territorio”.
Il Ginesio Fest è il progetto ad altissimo valore culturale che San Ginesio merita – dichiara Isabella Parrucci, direttrice generale del Festival – Grazie alla bellezza e alle emozioni dello spettacolo dal vivo, si possono rimarginare le crepe di San Ginesio senza però dimenticare quello che il borgo e la popolazione hanno passato. È un lavoro ambizioso e complesso quello del Ginesio Fest che di fatto sta dando vita alla prima impresa culturale di stampo ginesino. È molto di più di un progetto artistico, tanti sono i fattori che lo animano come ad esempio la volontà di ricomporre una comunità, di essere professionisti nell’accoglienza pur con le tante criticità presenti, di promuovere il territorio fuori dai confini regionali, di riuscire a fare squadra con i più importanti attori di riferimento. Tutti sono coinvolti, dalle imprese alle istituzioni, dalle università alle associazioni di categoria, dalle fondazioni alle scuole di ogni ordine e grado. L’intuizione lanciata appena due anni fa sembrerebbe darci ragione: il Ginesio Fest è cresciuto a tal punto da farci capire che stiamo lavorando a qualcosa di molto importante”.
Il programma di questa edizione – che si pone l’obiettivo di valorizzare la storia del borgo, rafforzando lo storico legame con le arti performative, per realizzare un festival integrato nella vita della comunità locale – si articolerà tra spettacoli, reading, performance e laboratori, senza dimenticare le iniziative rivolte agli studenti delle scuole d’attore con il Laboratorio “Nuove Parole” e il ciclo di restituzioni dal titolo “Cronache Teatrali”, aperte al pubblico gratuitamente. Non mancheranno iniziative rivolte alle famiglie, ai bambini e agli adolescenti (recite, laboratori quotidiani e un laboratorio intensivo). Il Festival si concluderà con la consegna del Premio San Ginesio “All’arte dell’Attore”, 3° edizione.
Firmato nella direzione artistica, per il primo anno, da Leonardo Lidi, il Ginesio Fest intende lasciare il segno. “Il nostro lavoro si basa fondamentalmente sulla forza di una parola – dichiara Leonardo Lidi – un termine chiaro che riesce a racchiudere il concetto della nostra attività, la volontà degli spettatori e ancora prima dei cittadini di questo luogo, una parola che dopo il 2016 è ancora più tangibile e che ci permette di presentare una proposta chiara e determinata nelle intenzioni. La parola è Ricostruzione. Andando in parallelo con la ricostruzione fisica è fondamentale proporre, una ricostruzione grammaticale, dialettica, che possa avere l’ambizione di proporre un nuovo alfabeto post trauma. Dopo il terremoto, dopo la pandemia, dopo le troppe scorie negative del presente. Parole e autori che ci permettano di unirci intorno all’esternazione, che ci diano la forza di parlare di ciò che stiamo vivendo con l’ambizione del futuro. È così che il concetto di Festival ha ancora una peculiarità specifica necessaria, una sua importanza per tutti quelli che vivono lo spazio quotidianamente. Sono molto felice di poter dare il mio contributo da nuovo direttore artistico del Festival, nella certezza di far convivere due realtà che potranno gioire di questo incontro: un territorio che potrà toccare con mano la grande professionalità di chi il teatro lo fa quotidianamente e partendo dalla costruzione dal basso, realtà premiate e consolidate nel tempo e allo stesso tempo compagnie che avranno l’interesse di sviluppare una relazione con il luogo con la curiosità di chi sa arricchire il proprio bagaglio culturale con l’esperienza data. La priorità che ho cercato di sviluppare sta proprio in questo, nell’individuare personaggi del mondo del teatro e della scrittura che ci possano aiutare a scrivere queste nuove pagine”.
Nella costruzione di questo nuovo alfabeto teatrale la direzione artistica è partita dalla drammaturgia che affronta il linguaggio del presente. La prima risposta è nel nome della autrice under 40 Caroline Baglioni, umbra, vincitrice della Biennale Teatro di Venezia con il suo testo “Il Lampadario” e cofondatrice con Michelangelo Bellani della compagnia Baglioni/Bellani. Caroline Baglioni presenterà il pluripremiato “Gianni” (23 agosto alle ore 21.00), e svilupperà un nuovo alfabeto assieme agli allievi della Scuola del Teatro Stabile di Torino, ospiti durante le giornate del Festival. A tal proposito sarà associato al gruppo anche Diego Pleuteri, giovanissimo drammaturgo già segnalato nel 2020 dal premio Inedito, che ha scritto nell’estate 2021 un testo attorno alla pandemia. Tutti i lavori realizzati verranno presentati al pubblico durante le giornate del festival sotto forma di lettura scenica dai nuovi attori del Teatro Stabile di Torino e saranno la base della costruzione di un laboratorio quotidiano che metterà in dialogo continuo pubblico e professionisti”.
Tenersi Compagnia è uno dei fili conduttori che Leonardo Lidi ha scelto nella costruzione del nuovo alfabeto teatrale. La prima compagnia che risponde a questo criterio è l’associazione bolognese composta dalle attrici Francesca Mazza e Angela Malfitano che apriranno il Festival (18 agosto alle ore 21.00) con il loro spettacolo storico “Le due vecchiette vanno al nord”, commedia dolce amara di Pierre Notte. Un’altra compagnia che avrà un’importante funzione di collante tra palcoscenico e pubblico è la realtà toscana di “Sotterraneo Teatro”, anche loro vincitori di numerosi premi, tra cui il Premio Ubu nel 2019 come miglior spettacolo dell’anno con “Overload”. Porteranno al Festival una delle loro ultime creazioni: “Shakesperology” con l’attore Woody Neri (21 agosto alle ore 21.00).
“Una peculiarità del nostro Essere – afferma Leonardo Lidi – sta proprio nel riuscire a alternare realtà giovani con una forte identità teatrale e grandi attori in grado di dialogare con il pubblico sempre grazie alla materia teatrale. Remo Girone, ideatore del Premio San Ginesio “All’arte dell’Attore” – è sicuramente un’icona di questa dinamica. Per portare avanti questa missione tra i grandi nomi del Ginesio Fest ci saranno Lino Musella, Matthias Martelli, Michele Di Mauro e appunto Remo Girone”.
Matthias Martelli sarà ospite il 19 agosto alle 21.00 con lo spettacolo “Mistero Buffo” di Dario Fo e Franca Rame. Martelli vestirà i panni del giullare moderno dalla mimica camaleontica. Il lavoro affonda le sue radici in una forma di teatro che, attraverso la lingua corporale ricostruita col suono, con le onomatopee, con scarti improvvisi di ritmo, passa continuamente dalla narrazione all’interpretazione dei personaggi. Lino Musella, attore tra i più apprezzati della sua generazione, Premio Ubu 2019, è qui protagonista – il 20 agosto alle 21.00 – di un affascinante percorso poetico attraverso gli immortali versi di Shakespeare, qui “traditi” in napoletano dall’artista Dario Jacobelli. L’ammore nun’è ammore; ad affiancarlo sulla scena, Marco Vidino – ai cordofoni e alle percussioni.
Michele Di Mauro, attore già premiato al Ginesio Fest, porterà una grande riflessione sul linguaggio contemporaneo, con una serata omaggio a uno dei più grandi autori del nostro tempo scomparso quest’anno e troppo poco celebrato: Vitaliano Trevisan. “Credo sia doveroso produrre uno spettacolo evento per il compianto Vitaliano Trevisan – dichiara Leonardo Lidi – partendo dalla potenza e dall’unicità della sua scrittura”. “Concerto per Vitaliano Trevisan – Oscillazioni” e “Solo Rh” – in scena il 22 agosto alle 21.00 – è un omaggio sentito, una produzione originale e un debutto nazionale, un motivo di vanto per un Festival che crede nella forza di volontà e nel riscatto sociale. Da una idea di Leonardo Lidi. Con Michele Di Mauro che ne cura anche la regia. Musica di Franco Visioli.
In questo percorso di costruzione dei nuovi linguaggi, Leonardo Lidi ha fortemente seguito il suo interesse nei confronti del teatro di tradizione o meglio definibile come teatro di parola. Annamaria Troisi – prodotta da Corte Ospitale e ACTI Teatri Indipendenti/ AMA Factory, sarà protagonista il 24 agosto alle 19.00 con “Chiamami”.
Uno spazio speciale del festival sarà dedicato all’infanzia e all’adolescenza. Non un mero momento di animazione ma un’occasione per i più piccoli per avvicinarsi al mondo delle arti performative attraverso laboratori e spettacoli. L’offerta viaggia su due binari. Il programma dedicato ai giovanissimi sarà curato anche in questa edizione da Vera Vaiano, artista che da anni opera con successo sul territorio nel settore del teatro ragazzi. La prima proposta prevede un laboratorio intensivo per gli allievi delle scuole superiori del circondario a cura del regista Roberto Gandini e la coreografa Iole Biocca che si conclude con una “restituzione”, una performance di teatro urbano. Un’occasione affinché gli allievi vivano lo spazio pubblico quotidiano attraverso gli occhi straordinari dell’essere in scena.
Oltre agli spettacoli tutte le compagnie saranno invitate a realizzare un percorso di presentazione e condivisione del lavoro assieme al pubblico, momento fondamentale per un Festival che cerca di creare delle dinamiche familiari tra artisti e società. È un incontro che avviene fuori dal palco tra artista e pubblico, un ulteriore modo di mettersi in gioco insieme OLTRE lo spettacolo. A fare gli onori di casa come conduttore della serata inaugurale e finale e per gli incontri con le compagnie sarà Christian La Rosa.