My Fair Lady
1 Novembre 2023Sister Act Il Musical parte dalla capitale
10 Novembre 2023My Fair Lady la classe dell’arte povera
Un debutto lungo per questa nuova versione di My Fari Lady al teatro Sistina
“My Fair Lady ti porta in un mondo che ti fa sognare. In effetti abbiamo bisogno di alleggerirci un po’.” Parla così la protagonista del musical del teatro Sistina Serena Autieri. L’attrice sarà sul palcoscenico del Teatro Sistina dal 3 al 26 novembre con una delle favole più romantiche di sempre MY Fai Lady non è solamente un musical romantico dove lei, povera e squattrinata, riesce a riscattarsi e a ottenere una posizione sociale innamorandosi di un uomo bello e intelligente, maè anche una storia di classe e di riscatto sociale. Ebbene la prima produzione di xxx rispecchia proprio queste caratteristiche.
In primo piano c’è la grande storia tra Eliza Dolittle e il pomposo prof. Higgins. Una storia che si conclude per lo più in tutto il primo atto, lasciando nella seconda parte dello spettacolo tutta la crescita e la maturazione della consapevolezza di essere innamorato a Higgins. Ivan Castiglione porta sul palcoscenico un prof. Higgins davvero completo, bello da vedere che infastidisce lì dove è necessario ma cattura e innamora quando ci sono i momenti salienti. Nonostante le problematiche audio con il microfono, Castiglione ha magistralmente camuffato le difficoltà con una classe che in pochi hanno, generando spesso ilarità e simpatia nel pubblico.
Al fianco di un protagonista forte, ci vuole una vera donna: Serena Autieri porta sul palcoscenico una grande Eliza Dolittle, elegante e molto composta che risponde perfettamente ai canoni del personaggio principale di questa particolare storia d’amore e di riscatto personale. “Voglio diventare una signora per bene per vendere i fiori al negozio e non per strada.” è l’obiettivo di lei, ma alla fine imparerà che conoscendo meglio le sue potenzialità , porterà a casa molto di più di un’attività da fioraia. In questo My Fair Lady, Serena Autieri dimostra grandissime potenze canore e una padronanza tecnica ormai molto forte anche in un musical di tale portata. Il lavoro fatto per il canto, durante gli anni, è stato molto importante e la porta a livello davvero molto alti, da soprano navigato. Sarebbe bene incrementare anche l’aspetto coreografico, in modo tale da non passare in secondo piano nelle coreografie di gruppo, o come un pesce fuor d’acqua come accaduto in questa prima.
A livello globale, My Fair Lady è uno spettacolo molto bello e se da una parte vediamo l’evoluzione del personaggio di Elisa da fioraia a donna di classe perfettamente inserita in quella nobiltà  altolocata, dall’altro vediamo l’evoluzione di un uomo credito alla scienza e agli studi sociologici come professore Higgins, che sì presenta come uno di quegli uomini completamente devoto ai suoi studi sena minimamente curarsi dei rapporti mondani o addirittura amorosi. In un certo senso il prof. Higgins fa ben due esperimenti sociali: è consapevole di trasformare una stracciona ignorante in una dama altolocata istruita e ben educata; ma inconsapevolmente si renderà conto che la sua vita non può basarsi solo su studi e scienza, che anche il cuore va nutrito e sarà proprio Eliza che l’artefice di questo cambio di rotta, aprendo il professore a un mondo nuovo l’amore!
Si colloca proprio qui uno dei mostri sacri del mondo dello spettacolo italiano: Fioretta Mari. Nei panni della madre di Higgins, sarà proprio la chiave di volta che aiuterà i due protagonisti dell’epilogo felice. Fioretta Mari, nonostante l’infortunio che la costringe a recitare in sedia a rotelle – si alzerà durante i saluti finali, in maniera tanto pericolosa da rischiare di cadere nuovamente, trasmette grande professionalità ed è una delle personalità più forti di questo spettacolo.
Un debutto lungo – 3 ore e più di pièce teatrale – e tortuoso – ne sono successe un po’ a partire dalle bizze del microfono di Castiglione – per uno spettacolo che ha lasciato perplessità sulle scenografie. Pannelli mobili con carrelli a vista e uno sfondo completamente nudo e crudo, tanto che si vede anche la scritta “vietato fumare” sulla parete di fondo sono delle caratteristiche che lasciano dubbi. È comprensibile il desiderio della produzione di voler rispettare uno stile povero, ma forse così è un po’ troppo meccanica. I costumi completavano i personaggi con grande carattere, ma erano davvero tropo pomposi per delle coreografie che non hanno lasciato il segno. Meravigliosa la direzione musicale di Vincenzo Incenzo che ha dato un’impronta lirica a questa versione di My Fari Lady, ma ha lasciato anche ai personaggi lo spazio per poter sfoggiare le proprie doti.