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8 Dicembre 2019La piccola bottega degli orrori
La recensione

La piccola bottega degli orrori – La recensione
“Se vi è piaciuto, ditelo. Se non vi è piaciuto, ditelo stesso.”
Sono le parole del direttore d’orchestra della Piccola bottega degli orrori, che ha debuttato al teatro Sala Umberto. Finora i vip e la moltitudine di persone che ha permesso di registrare il tutto esaurito, conferma di aver visto una performance stupenda.
In effetti già dalle prime scene, l’attenzione dello spettatore è completamente catturata. Da cosa? Da tutto.
In primo luogo da una scenografia pazzesca, a cura di Gianluca Amodio, come poche se ne vedono nelle produzioni contemporanee – siamo molto vicini ai livelli di Mary Poppins, Aggiungi un posto a tavola, Misery, Priscilla, We Will Rock You – costituita da una struttura girevole che permette con agilità di passa dal negozio di Mushnik allo studio dentistico di Orin Scrivello, passando per la casa dei sogni di Audrey. Un’immensa scalinata abbraccia tutta la struttura, regalando un soppalco utile a ballerini e alle tre voci principali. Il gioco luci vivacizza e colora tutto l’insieme, seducendo lo spettatore e accompagnandolo nella storia. La cura nei dettagli è minuziosa, lo spettatore attento vedrà le lancette dell’orologio muoversi davvero sulle pareti del negozio di Mushnik.

La piccola bottega degli orrori – La recensione
Il racconto horror-noir è stato alleggerito dall’adattamento di Piero di Blasio, il direttore di tutta questa macchina molto ben oliata. Di conseguenza gli aspetti più crudi della storia, come il personaggio di Audrey 2, la pianta che si nutre esclusivamente di sangue umano, e il suo diabolico piano di conquista, sono fruibili in maniera più agile e meno macabra. Nonostante questo, storia, traduzione e canzoni sono fedelissimi al film originale al quale si ispira.
Dopo 30 anni, Giampiero Ingrassia torna a vestire i panni di Seymur. Questo apprendista sbadato e maldestro ma preparatissimo in botanica, che inizialmente salva la bottega del padrone, trova in lui un padre adottivo, trova l’amore all’interno della bottega… Ma poi si incastra in un meccanismo che va sempre più verso l’alto e, come tutte le cose di potere, finisce per non dare più via di scampo. Sicuramente quello sul palcoscenico è un Giampiero con molta più esperienza sulle spalle, ma che interpreta Seymur con una semplicità e un’energia entusiasmanti.
Al suo fianco, nei panni di Mr.Mushnik c’è un Fabio Canino impeccabile. Al suo esordio in una commedia musicale, non sfigura accanto a chi nei musical ormai la fa da padrone. Ironico, simpatico, preciso nel suo ruolo e mai scontato, sicuramente ha sconfitto l’ansia da prestazione che lo ha accompagnato fino all’esordio.

La piccola bottega degli orrori – La recensione
Belia Martin è una dolcissima Audrey. Dotata di una grande potenza vocale, è l’amore segreto di Seymour, vittima del dentista violento e spocchioso interpretato da Emiliano Geppetti. Bravissimi. Una prestazione da oscar anche per Lorenzo Di Pietro che nei panni di Audrey II, la pianta malefica e cattiva, tira fuori una performance davvero coinvolgente. Velma K, questo il nome d’arte da Drag Queen di Lorenzo, è stato il colpo di scena di questo spettacolo, la novità caratterizzante la nuova edizione di La Piccola Bottega degli Orrori.
Poi ci sono le tre voci che recitano e aggiungono colore e vivacità alla commedia: Stefania Fratepietro (Chiffon), Giovanna D’Angi (Crystal), Claudia Portale (Ronnette). Tre voci belle, potenti e precise, determinate, carismatiche che collegano e completano le varie fasi della storia. Tutte e tre sono impreziosite dai costumi di Federica Grossi, che compie un lavoro magistrale su tutti e 12 i componenti del cast.
Non meno importante è il lavoro del maestro Dino Scuderi e Luca Peluso alla direzione musicale e alle coreografie. Musiche fedeli, ritmate, leggere che entrano nella mente e accompagnano lo spettatore fino al portone di casa. Coreografie e movimenti di palco studiati al millimetro e curati nel dettaglio – del resto Luca Peluso aveva già incantato con le coreografie di Disincantate – portate in scena dagli ensembe (Michele Anastasi, Lucrezia De Matteis, Rosita Denti, Mario Piana).
Il tutto è un insieme armonioso, una macchina da “guerra” perfetta e ben oliata che rende Piero di Blasio e tutta la Viola Produzioni fieri ed orgogliosi di questa Piccola Bottega Degli Orrori.