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2 Agosto 2018Quando la pioggia mette a rischio i festival!
Chi mi segue sui social, mi ha visto inneggiare spesso alla pioggia in quest’ultimo periodo. Io non sopporto il caldo! Mi dispiace ma quando arrivano temperature oltre i 30 gradi, inizio a soffrire come una bestiolina. Il problema è che non puoi esimerti dal fare le cose che vanno fatte, come per esempio andare a lavoro, perché fa caldo. Quindi in certi casi devi schiattare con la sensazione di qualcuno che ti tiene un phone gigante puntato addosso e basta!
Proprio per questo quando piove in estate io sono particolarmente felice!
Al di là di tutte le polemiche che la gente può fare – dai social ne vedo davvero tanta, gente perennemente insoddisfatta – il mio pensiero, unico dispiacere, va a quei festival all’aperto che rischiano di saltare la serata. Penso a tutti quegli artisti che non riescono ad andare in scena. Penso a quelle produzioni che perdono perché magari il palco non ha una tettoia in grado di proteggere lo spettacolo che va in scena e che non riescono a replicare la serata per mille motivi.
Proprio ieri sera, pensavo a tutte queste cose. Guardavo dal terrazzo quella pioggia e … improvvisamente ho avuto un flashback.
Credo che fosse stato agosto del 2015, quando con i miei amici avevamo preso i biglietti per andare a vedere Dario Cassini, all’Ombra del Colosseo. Eravamo a Colle Oppio. Avevamo pagato. Iniziò a piovere di brutto. La platea si svuotò molto rapidamente, tutti tornarono a casa propria rischiando di mandare in fumo il live. Pochi reduci rimasero. Io ero una di quei piccoli reduci.
Aspettavamo. Eravamo muniti di ombrelli, k-way, impermeabili, insomma eravamo attrezzati. Prima o poi ci avrebbero detto se il live sarebbe stato rimandato oppure no! Pioveva ad intermittenza, un pò di tregua e scrosci d’acqua che sembravi di essere sotto la doccia. vi ricordo che era agosto. Poi uscì lui dai camerini e disse “ma voi volete davvero lo spettacolo?” E tutti lo guardammo con un’espressione così decisa, che rimase sbalordito. Fece lo spettacolo da solo, per noi. Un gruppetto di dieci persone, rimasti lì solo per vedere lui e il suo spettacolo. E Dario, con noi 10 in platea, fece lo show per intero, senza saltare un passaggio, senza reprimere tempi per una risata fatta di cuore. Se non ricordo male, non fece la pausa primo/secondo tempo. Ma ad un tratto si fermò e disse: “Ma voi siete proprio sicuri che volete rimanere qui?” Noi, ormai zuppi, ci stavamo sganasciando dalle risate. Eravamo belli determinati a non tornare a casa.
Lui finì lo spettacolo, ci ringraziò. Disse che era grazie alle persone come noi, appassionate determinate e fedeli, che artisti come lui continuavano ad andare avanti e a far divertire la gente. Noi ringraziammo la sua umiltà e apprezzammo lo sforzo di fare comunque lo spettacolo. Qualcun altro, ci avrebbe rimborsato il biglietto e invitato a tornare per un’altra data (con lui non c’erano, era l’ultima). Dario, che avrebbe potuto tranquillamente impuntarsi e dire “non ci resto a fare lo spettacolo sotto l’acqua”, era rimasto per noi pochissimi e ci aveva dedicato uno spettacolo intero.
Quando d’estate la pioggia cade così a dirotto, penso a quelle realtà che non avrebbero mai potuto fare una cosa del genere perché le strutture non lo consentono. Poi penso ai veri artisti: quelli che non si fermano davanti a niente! Come Caparezza nel Rock In Roma del 19 luglio scorso, anche lui ha cantato sotto un fiume d’acqua scrosciante – ma lui lì non aveva dieci persone a vederlo –
L’importante è avere le strutture a disposizione perché lo show must go on!