Tanti auguri Nonni!
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6 Ottobre 2024Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo
Un piccolo racconto in prima persona di ciò che sto vivendo negli ultimi due mesi e di come vengo derisa dall’ambiente circostante per essere fedele alle regole
Leggevo oggi l’oroscopo del calendario filosofico – semiserio ovviamente – che vedi sempre su Instagram: “sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo”.
Ora mi sembra un pochino esagerato che io debba essere quell’esempio tipo Gandhi o Maria Teresa che tutti devono seguire. Anche perché in tanti deridono pure loro. Preferirei più essere come una pop star tipo Bono o Mel C tanto per dirne qualcuna, ma in fondo al cuore lo sappiamo tutti che la mia preferita è Lady Gaga, che vengono derisi molto meno. Ma non divaghiamo.
Essere il cambiamento che vorrei vedere nel mondo costa fatica. Tanta fatica.
Costa essere costantemente bullizzata da tutto l’ambiente circostante fin da quando eri bambina. Scuola, casa, lavoro, amici. Perché fin da piccola ti insegnano che “quello non si fa” e tu apprendi che tante cose sono sbagliate, pertanto non le fai. Ma non tutti ragionano così. Predicare bene e razzolare male è la prerogativa di ogni essere umano. Tutti siamo abituati a professare la cosa giusta, per poi eseguire completamente il contrario. E deridere chi ti sta vicino, sembra la cosa più semplice e fica di questo mondo, malato.
Non prendere in giro chi ti sta vicino, mi dicevano, potresti esserci tu al loro posto e come ti sentiresti? Proprio per questo motivo ho sempre evitato. Ma ripeto, non tutti siamo fatti uguali.
Essere il cambiamento che vorrei vedere nel mondo. Cosa vuol dire davvero questa frase?
Mi trovo da una settimanella circa a combattere di nuovo con un’influenza da contagio covid, la quinta in meno di 3 anni, con tutti i sintomi che possono esserci, fatta eccezione dei polmoni – per fortuna. Una condizione che in teoria non dovremmo più avere visto ciò che abbiamo passato nel periodo pandemico. Eppure oggi, sembra che tutte le persone si siano dimenticate dell’emergenza sanitaria. Non sto menzionando i disagi del tutto chiuso e dell’isolamento. Mi riferisco al fatto di essere fisicamente debilitati da ciò che lentamente si è trasformata in un’influenza a tutti gli effetti. Siamo tutti in grado di alzarci e andare a lavorare da positivi al covid, ma quanti di noi riescono a combattere il virus nel migliore dei modi? Una percentuale non sufficiente. Aver dimenticato che cosa abbiamo passato, ci ha portato oggi a sottovalutare una febbre d’alterazione e qualche colpo di tosse. Per qualcuno piò anche essere un bene, qualche batterio rigenera il corpo e lo rende più forte, ma per altri può essere deleterio. Per alcuni addirittura la fine.
Di covid non si muore più. Sbagliato. Di covid si muore eccome. Ancora oggi nel 2024.
Storia prettamente personale la mia, che si è intrecciata con storie di vite che incontro tutti i giorni e che vi racconto, perché se le tacciamo nessuno le conoscerà mai.Â
Un pò come quando vi ho raccontato di Fatimah e della sua famiglia distrutta
Gli ospedali sono di nuovo pieni di casi covid
È dal 17 agosto che abbiamo a che fare con un ospedale di Roma, dal pronto soccorso siamo passati al reparto malattie infettive. Quasi 2 mesi di visite settimanali alternate, per evitare di stancarci troppo. In questo reparto ci sono delle stanze per i contagi covid. Siamo stati parcheggiati lì con il nostro parente, perché era positivo al covid ormai da una settimana e aveva sviluppato una polmonite batterica da covid. In quel reparto, fino ad oggi che siamo ancora lì, abbiamo visto morire 3 anziani per via delle complicazioni dovute al covid. Sentirmi dire oggi che il covid non uccide più e che è solamente una influenza mi fa incazzare. La mia storia è solo una tra mille che tutti i giorni i reparti degli ospedali italiani si vedono arrivare quotidianamente. Non esagero.
Le persone non fanno più tamponi perché ormai di covid non si muore più, va bene. Ma tu non muori, qualcun altro si. Essere il cambiamento che vorrei vedere è proprio essere quella persona che per un’accortezza in più, uno starnuto o una febbre, si riguarda e non mette a rischio immunodepressi, o bambini, o persone fragili.Â
Essere il cambiamento che vorrei vedere nel mondo significa avere anche quel senso civico in più che ci porta a adottare autonomamente delle misure precauzionali verso quelle persone che sono più deboli.
Essere il cambiamento che vorrei vedere nel mondo significa avere un pizzico di rispetto in più verso le persone che non riescono ad avere la stessa reazione, fisica e mentale, davanti alla malattia o al disagio.
Essere il cambiamento che vorrei vedere nel mondo significa avere accortezza verso noi stessi, maggiore rispetto di chi siamo e di come ci stiamo trasformando nel tempo, in positivo e in negativo. Solo così riusciremo a vivere in un mondo migliore. Io sarò il mio cambiamento, che male di sposa nella società di oggi, ma sarà fedele sempre alla mia persona. Lo difenderò con le unghie e con i denti, anche di fronte all’ignoranza e alla maleducazione delle persone che mi circondano. Essere da sola non basta, sarebbe bello se oltre a me, ci fossero anche altre persone.
Per tutti quelli che hanno letto il mio sfogo e che non credono ancora nella pericolosità di questa INFLUENZA verso i più fragili, li invito a leggere le seguenti fonti:
I dati e la mappa del Coronavirus in Italia redatto dal Sole24h
Il report della federazione nazionale dell’Ordine dei Biologi