
Di che sesso sei?
11 Gennaio 2023
Bloccati dalla neve
30 Gennaio 2023Casanova: il romanticismo d’altri tempi
Si sogna e ci si innamora con il Casanova Opera Pop, il musical che viaggia per l’Italia risvegliando un romanticismo d’altri tempi, arricchito dalle musiche di Red Canzan
Casanova. Un giovane, bellissimo, benestante e intrigante giovanotto conquista Roma. Al Teatro Brancaccio è in scena una delle opere teatrali più singolari di questa stagione, per musiche, storia, coreografie ma soprattutto per intento.
Pensando al titolo si ha l’impressione di andare a vedere storia d’amore e di avventure passionali, ma a dire il vero la trama fa emergere un Casanova che va oltre l’amore per la sua bella e le passioni carnali per le donne che incontrava. Casanova Opera Pop è una storia che intreccia diverse sfaccettature del personaggio principale. L’amore e la passione sono il filo conduttore che la storia tramanda di Casanova, ma nella scrittura di Red Canzan trovano spazio anche le bugie e i sotterfugi di corte, quelle alleanze tra forze arriviste che hanno come finalità il potere e la posizione sociale. Il Casanova di Red Canzan è un giovane bello, agile e molto attratto dalle donne, ma è anche un uomo che sa tenere testa ai duelli e soprattutto che fiuta il marcio e riesce a portare alla luce la verità. Insomma tutto quello che la storia dimentica di tramandare, ma che andrebbe detto giusto per non far passare Casanova solamente come il donnaiolo di una Venezia per bene.
Anche la scelta degli attori principali è molto calzante. Gian Marco Schiaretti è un Casanova dalla bellezza tradizionale, che non si sposa benissimo con i ritratti che abbiamo dal passato, ma che porta in scena l’eleganza e la possenza di un uomo potente ma comunque di buon cuore. È interessante vedere come i lineamenti e la postura dell’attore richiamino i canoni di bellezza che spesso risiedono nel mondo della danza classica, un po’ come a voler rubare il titolo di principe del reame a Roberto Bolle. Angelica Cinquantini potrebbe risultare ancora troppo giovane, o forse bambina, per essere Francesca Erizzo ovvero colei che riesce seriamente a far innamorare il grande Casanova, eppure trasmette quell’ingenuità e quell’innocenza classica di una giovane donna dell’epoca veneziana del 1775. Dal punto di vista canoro la coppia è potente e precisa, cattura l’attenzione del pubblico con carisma e lo trasporta all’interno della storia d’amore.
A livello vocale non solo la coppia protagonista è degna di nota, ma anche il cast che compone l’opera. Manuela Zanier regala potenza e sostanza alla Contessa Von Steinberg, esattamente come Pietro Garzoni riesce ad rendere cattivo abbastanza un inquisitore con la profondità delle note.
A sorpresa, nella serata dedicata alla stampa, c’è anche l’ideatore dell’intera opera e autore del libretto musicale: Red Canzian, che presta il volto al Doge salvando la situazione finale. Due anni lontano dal palco, hanno permesso a Red Canzian di mettere nero su bianco la storia che aveva in mente da più di dieci anni e creare un progetto definito che sta girando i teatri italiani. La storia è precisa dal punto di vista musicale, ha delle influenze che ricordano molto i brani autoriali italiani, anche degli stessi Pooh, ma risulta comunque originale e precisa. Per la prima volta viene portata a teatro una città difficile come Venezia, in un progetto inedito che si colloca in un contesto storico definito e preciso, fuggendo dalle contaminazioni di altre strutture o generi.
Vedere delle voci così importanti e perfettamente strutturate sul palco, stona con quelle che sono le parti corali del libretto musicale. Con una produzione di tale livello, non è carino sentire che i momenti di coro sono registrati, sarebbe stato bello riuscire a sentirli dal vivo esattamente come gli attori principali. Di certo questo è il prezzo da pagare per vedere delle coreografie impegnative e che occupano tutta la superficie del palcoscenico. Il corpo di ballo affascina e cattura proprio come i protagonisti. Certe esibizioni non sono facilmente accostabili anche a una prestazione corale importante, se la scelta è stata prediligere il lavoro del duo Carrozzino-Nadalini, è possibile chiudere un occhio.
Venezia non è una città molto semplice da riprodurre e nemmeno da portare in tour. Eppure le scenografie di Massimo Checchetto unite al lavoro grafico che fa da sfondo hanno saputo rendere giustizia a una storia significativa. Tra Gondole, fontane, scalette e anche la locanda dei Mori in totale si contano 30 cambi di scena e si alternano con fluidità. Ad impreziosire e completare il quadro c’è lo sfondo virtuale che completava il panorama del momento scenico. Desirèe Costanzo è stata abilissima a riprodurre i costumi dell’epoca con fedeltà e sfarzosità. Pomposi quanto basta non sono mai risultati volgari o inopportuni, anzi erano eleganti e di lusso, non per niente la stilista è stata nominata agli Oscar per i costumi di Eyes Wide Shut – pellicola del 1999 con Tom Cruise e Nicole Kidman.
Casanova Opera Pop è un’opera teatrale molto forte, che ha bisogno di qualche aggiustatina e ritocco, ma che nel complesso piace e conquista. Un’opera che, grazie alla riapertura dei teatri e alla ripresa a pieno regime delle attività, porterà una delle storie italiane più potenti alla luce, rendendo giustizia a un personaggio importante come Giacomo Casanova.