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4 Gennaio 2022
Il malato immaginario
Solfrizzi interpreta l’ipocondriaco e strappa risate di cuore insieme a Lisa Galantini l’anima più carismatica sul palcoscenico
§ La Recensione §
Non vivere ha un costo!
Il malato immaginario è una di quelle opere che non potrebbe essere più contemporanea.
L’opera di Molière parla dell’oggi più che mai, ma non solo nella negazione dell’esistenza utilizzando la malattia come rifugio, bensì anche nella caratterizzazione dei personaggi che ruotano intorno ad Argante. Il padrone di casa è un uomo ipocondriaco che vive nell’eterna cura di se stesso al fine di poter stare bene. Si circonda di medicinali e di spezie, di medici e di farmacisti al fine di perpetrare a lungo il suo stato fisico. Così facendo Argante non fa altro che rimandare di giorno in giorno il vivere la vita nel pieno delle facoltà .
Ebbene proprio questo fuggire dall’esistere e dal vivere è un problema contemporaneo che la situazione pandemica sta regalando alla popolazione. Rifugiarsi in casa per scappare al pericoloso virus, sta negando a moltissime persone la possibilità di vivere e di gioire di quelle piccole esperienze come il teatro e il cinema. Regolamentati da un rigoroso vademecum di regole, gli ambienti culturali citati sono messi in sicurezza secondo le norme che il governo impone ma anche secondo quelle del vivere civile. Le repliche romane de “Il malato immaginario” hanno goduto di una bellissima affluenza di pubblico che, seppur timoroso nel tornare a vivere i luoghi di cultura come il teatro, ha potuto staccare la spina per due ore e ridere di cuore nonostante la FPP2 rigorosamente incollata al viso.
Se da un lato il personaggio di Argante ci ricorda che dobbiamo vivere il qui ed ora, senza nasconderci dietro a scuse fittizie, dall’altra è un’opera che ci regala moltissimo dai personaggi. Arricchiti da un lavoro di sartoria egregio, i costumi sono merito di Santuzza Calì, abbiamo quelle che verranno mostrate come due vere e proprie fazioni pro e contro Argante. Ci sono coloro che si approfittano della situazione, come il notaio e il dottor Purgone che, insieme al figlio Tommasino Diaforetico, cercano di supportare le ipocondrie di Argante, trovando giovamento personale. Anche la moglie Bellania è un chiaro riferimento all’ipocrisia perché riesce a ingannare il consorte con una facciata, al solo di scopo di poter godere delle fortune economiche di Argante. D’altro canto abbiamo la fazione di coloro che, nonostante modi di fare scontrosi, poco consoni ai ruoli dell’epoca, riescono a proteggere e a far ragionare il buon capo famiglia. Tra queste ultime fila, una menzione speciale è da attribuire a Lisa Galantini, la serva Tonina che intelligentemente escogita degli stratagemmi per portare alla luce il vero intento delle persone avide prima citate. Carismatica e di grande impatto, Lisa Galantini è colei che indubbiamente rimane più impressa nella mente dello spettatore. Al termine di una delle repliche, sarà proprio lei a parlare di incertezze e con grande umiltà accoglie i complimenti per il grande lavoro professionale fatto sul suo personaggio: ” …”
Ultimi ma non per questo meno importanti, vanno citati il fratello e le figlie di Argante: Beraldo, Angelica e Luigina. Nonostante “il malato immaginario” sia una delle opere più importanti di Molière, portato in scena per la prima volta il 10 febbraio 1673 al Palais-Royal, mostrava già allora come si provava a scappare da un destino designato, con educazione ma altrettanta fermezza.
“Il malato immaginario” lascia Roma tra gli applausi e le risate gioiose, quelle spontanee e spensierate e porta con sé uno dei messaggi più importanti che l’uomo, oggi più che mai, dovrebbe tenere sempre a mente: ad essere immaginaria non è la malattia, ma è la salute. Chi è in fuga dalla vita stessa è colui che la ama di più!
Il malato immaginario, di Molière
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Il cast
Emilio Solfrizzi: Argante
Lisa Galantini: Tonina
Antonella Piccolo: Bellonia
Sergio Basile: Dr Purgone; Dr Diaforetico
Viviana Altieri: Angelica
Cristiano Dessì: Cleante
Pietro Casella: Tommasino Diadoretico; Fiorante
Cecilia D’amico: Luigina
Rosario Coppolino: Beraldo; Notaio Bonafede
Costumi: Santuzza Calì
Scenografie: Fabiana Di Marco
Musiche: Massimiliano Pace
Adattamento e regia: Guglielmo Ferro