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3 Gennaio 2020Mi inviti a nozze
La recensione
Due valigie e uno schermo. Perché per “Mi inviti a nozze” non c’è bisogno di altro. La nuova commedia che propone il Teatro Brancaccino sotto le feste di natale, pone davanti ad una delle situazioni sociali più diffuse in questo periodo storico: l’amore a quarant’anni.
In primo piano ci sono Alberto Bognanni e Ketty Rosselli, una coppia di attori collaudata, affiatata e perfettamente in linea con i personaggi che vengono portati in scena. La capacità attoriale del duo, per la prima volta insieme su un palcoscenico, è sconvolgente. Trasmettono tutto tramite mimica facciale e linguaggio del corpo. Mai volgari e mai scontati, sembra banale dirlo, ma sarebbe stato facile in alcuni momenti della commedia, cadere nel già visto e già sentito. Invece l’abilità in regia di Siddhartha Prestinari ha fatto si che lo spettacolo si mantenesse su un piano fresco e dinamico, raccontando la storia di queste due anime… sfigatissime.
Da un lato abbiamo la donna sulla quarantina, single per scelta altrui e non sua, con paranoie classiche, dipendente dalla tecnologia; dall’altro abbiamo l’uomo single, senza telefonino, sfigato, con paranoie e una particolarità divertente: deve terminare tutto quello che inizia, che sia una banana, un cruciverba…o altro. Il caso fa incontrare le due anime che fanno il viaggio insieme, dalla fila in aeroporto al posto in aereo, dal taxi alle camere comunicanti dell’hotel, per andare ad un matrimonio. Samuel Peron è la special guest del momento, eccezionalmente in prestito al teatro, è lo sposo del fatidico giorno, nonché l’ex fidanzato di Ketty che, dopo averla lasciata a cinque giorni dal matrimonio via chat, la invita a distanza di cinque anni al suo giorno più bello per farle conoscere Alberto, il cugino della sposa. Da qui la successione di gag, scene comiche e momenti divertenti prendono piede.
Mi inviti a nozze è una commedia che si divide tra cinismo e ironia, tra amore e rifiuto. Una storia che potrebbe capitare a chiunque e che offre moltissimi spunti di riflessione su come stiamo vivendo l’amore in questo periodo storico. Il tutto condito da tante tantissime risate. Nulla è lasciato al caso, dagli oggetti di scena alle posizioni degli attori. Perfino la colonna sonora è pertinente, abilmente affidata al doppiatore Alex Polidori con la sua Paranoico – mai canzone è stata più azzeccata per uno spettacolo.