L’amicizia di una Banda Disarmata
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La recensione dell’opera scritta da Edoardo Erba
e diretta da Gianluca Guidi
Entrare nei corridoi nel Teatro Sala Umberto dopo una pandemia è un pò come varcare la porta di casa e tornare in famiglia. Di certo non ci si può abbracciare, non si possono dare i canonici baci sulla guancia e nemmeno salutare con il calore che vorresti. Ma almeno ci sei e sei tornato. E come te anche tante altre persone che volevi vedere da tempo. La trafila della misurazione febbre, compilazione autocertificazione e ritiro biglietti non è traumatica, si scorre agevolmente e probabilmente a soffrire un po’ sono gli addetti ai lavori. Il pubblico è in festa, esattamente come si va ad una prima. Proprio come si è sempre fatto nel periodo pre covid. Un minimo di smarrimento è comprensibile quando si entra in platea e si osservano più della metà delle sedie legate per favorire il distanziamento nel pubblico. Tenere la mascherina per la durata dello spettacolo, invece, non è problematico. Questa è la dimostrazione che cinema e teatro, seguendo alla lettera le normative ministeriali, sono i luoghi di svago più sicuri.
Si parla di prima, ma è meglio specificare romana, perché il Maurizio IV di Edoardo Erba ha già debuttato prima della pandemia in quel di Napoli, riscuotendo già un gran successo e ottimi pareri. Il lavoro dell’autore lascia stupiti ed entusiasti. I dialoghi e la struttura dell’opera sono concepiti intrecciando ben due romanzi di Luigi Pirandello: l’Enrico IV e il Gioco delle parti. Erba, attraverso due mostri di bravura del teatro italiano come Giampiero Ingrassia e Gianluca Guidi, che tornano sul palco insieme dopo anni, ripropone il tema del metateatro di Pirandello, lo rende più attuale e contemporaneo, impreziosendolo con un tocco pulp caratteristico di Quentin Tarantino, proprio per questo motivo lo spettacolo viene definito un Pirandello Pulp. Con la regia di Gianluca Guidi, attento e preciso in ogni dettaglio, il lavoro acquista una valenza più considerevole.
Tralasciando il fatto che siano figli d’arte – Giampiero Ingrassia è figlio di Ciccio Ingrassia mentre Gianluca Guidi è il figlio di Johnny Dorelli – è solo grazie alla loro esperienza, empatia, tecnica ma soprattutto all’intesa che lo spettacolo scorre filato per quasi due ore senza annoiare, alternando una volta una risata e un momento di suspance, un botta e risposta che è un vero e proprio “duello”. Maurizio IV è la storia di due uomini, un regista Maurizio che vuole mettere in scena il Gioco delle Parti di Pirandello, dedito al lavoro, preciso e ineccepibile, che attende l’arrivo dello staff e degli attori. Si presenta Carmine, un tecnico delle luci, neo assunto e un pò superficiale, che soffre di vertigini e fa di tutto per non salire sulla scala. Carmine, che dell’opera conosce poco ma che mostra idee brillanti, riesce ad aprirsi un varco nello scetticismo del suo interlocutore, tanto da ribaltare le parti e ritrovarsi lui a dirigere le fila di questo ipotetico spettacolo, ribaltandolo completamente e ambientandolo in un parcheggio con scambi di coppie. Maurizio IV è un crescendo continuo, si passa dal momento goliardico iniziale al culmine finale, in cui cadono le facciate e rivelano Maurizio e Carmine per quello che sono davvero. Anche qui un colpo da maestro di Erba nell’incastrare la tematica delle maschere, tanto cara a Pirandello, con uno stile fluido, moderno e semplice che porterà al finale dall’epilogo inaspettato.
«Sono contento di recitare questo testo accanto al mio amico Giampiero Ingrassia. – sono le parole del regista Gianluca Guidi che menziona anche lo staff impegnato alla realizzazione dello spettacolo in scena al teatro Sala Umberto fino al 25 ottobre, CPDM permettendo – È una prova nuova per noi. Chi avrà la bontà di venirci a vedere troverà senz’altro la piacevolezza di vederci immersi in atmosfere che, prima, avevamo esplorato solo a tratti o, comunque, più superficialmente. Al cast creativo bisogna aggiungere Massimiliano Gagliardi, eccellente musicista, che ha messo a disposizione di questa storia la sua più acuta sensibilità e eccellente conoscenza musicale e Francesca Grossi, la nostra costumista. Entrambi miei collaboratori da molti spettacoli che si uniscono alla mia assistente Manuela Scravaglieri. Da parte mia ringrazio Alessandro Longobardi per aver creduto in questa operazione. Sono ormai tre anni che lavoro per lui e ogni volta riscopro la piacevolezza di interagire con persone competenti e desiderose di creare “avvenimenti teatrali”. MAURIZIO IV, ti auguro di aver trovato in me un bravo regista.»