Sì te pjo te sfonno

Sì te pjo te sfonno
Alla tenera età di 12 anni, ma anche a quella di otto, come a quella di 15, mi capitava di assistere a scene raccapriccianti solo perchè un adolescente si era permesso di rispondere male ad un adulto.
Poteva volarti un pizzone (che tradotto può andare da uno schiaffo su una guancia a un vero e proprio tir con rimorchio, dipendeva da chi ti dava lo schiaffo e da quanto grave grave era la rispostaccia che avevi dato), scattavano castighi, rischiavi di saltare una o due settimane di allenamento (se era la cosa alla quale tenevi di più) per un semplice “ma che stai a dì” oppure un “ti odio”.
Ebbene…ai ragazzi di oggi, agli adolescenti, che cosa bisognerebbe fare?
Vi è mai capitato di sostare per una ventina di minuti davanti ad una scuola media, o elementare, pubblica? Fatelo, almeno una volta. Vi troverete faccia a faccia con una reatà che ha dell’inverosimile. Come quello che mi è capitato ieri, andando a prendere mia sorella a scuola.
Un’adolescente di 13 anni, nel pieno della crescita ormonale. Lei come tutti gli altri ragazzini della sua età.
E allora è questo lo scenario che ti si presenta: ragazzini con i giacchetti aderenti, con le zip aerte fino a metà perchè fa figo. CApelli a spazzola tirati su (alla “che se piove infila cannolicchi” come viene definita la pettinatura a Roma),ragazzine truccate e ben vestite, con gonnelline succinte che nemmeno i manga giapponesi le disegnao più così corte o jeans talmente stretti alla “bloccami la circolazione” (ma andate a scuola o a un rave party?). E in primis: TUTTI SCHIFOSAMENTE MINUTI DI TELEFONINI CELLULARI DI ULTIMA GENERAZIONE.
Lo choc arriva quando vedi un gruppo che accerchia una loro compagna di classe e li senti parlare.
un ragazzino “Mò je menamo”
la capo-branco: “mi spieghi che c’hai? t’ho fatto qualcosa che mi fissi sempre? Se c’hai problemi dimmelo eh”
la vice capo-branco: “te sei stupida, lo fai con tutti.”
il nanetto già sopracitato: “nun te tocco sennò m’infetto.”
oO oO (uno non basta ce ne vogliono si più)
RAgazzi ci rendiamo conto di cosa esce dalla bocca di questi ragazzini oggi? Quello che vi ho raccontato è poco, mi sono limitata per evitare di ritornare a casa avvelenata come è stato ieri.
Se 15 anni fa, quando ci azzardavamo noi ad alzare la voce, volavano schiaffi e punizioni a tutto spiano. Perchè adesso non c’è più quest’usanza?
Perchè ora un ragazzino si sente protetto dalla legge (troppo spesso ho sentito la frase: “Io ti denuncio”), anche in maniera sbagliata?
Quest’avvenimento è stato oggetto di studio e di confronti con persone molto più grandi di me che combattono l’ignoranza e la maleducazione delle nuove leve nel loro piccolo, con la scuola che rema contro.
La conclusione? E’ colpa delle famiglie. Perchè 15 anni fa tornavi a casa con la guancia rossa, raccontando che la maestra di aveva schiaffeggiato perchè avevi risposto male, o ti azzardavi ad alzare la voce dentro casa….beccavi doppio.
Adesso non è più così. Adesso la scuola ha le mani legate dal tribunale dei minori, i genitori ci stanno troppo poco per capire le bestioline che stanno crescendo.
Il problema è nostro, che un domani avremo a che fare con una generazione di ribelli (a cosa dvono ribellarsi poi visto che hanno tutto??) che non è capace di guadagnarsi le cose.