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24 Febbraio 2025Carta Straccia: la rivoluzione di Pino Strabioli
Carta, famiglia e rivoluzione: i pilastri di questa commedia di Pino Strabioli che fa fare un salto indietro al 1968 con un finale che però è troppo contemporaneo
Rivoluzioni. Si riassume proprio con questa parola la commedia che porta la firma di Pino Strabioli.
La rivoluzione di Carta Straccia
Nel 1968, Roma pulsa al ritmo di musica, cinema, moda e proteste studentesche – si manifesta per un’istruzione accessibile a tutti, indipendentemente dallo status socio-economico; si chiedeva l’abolizione delle tasse scolastiche e l’introduzione di borse di studio per gli studenti meno abbienti – È l’epoca in cui Patty Pravo domina il Piper e, nel caso di Carta Straccia di Pino Strabioli, è il filo conduttore musicale della commedia; le donne reclamano un cambiamento radicale, dando il via a una rivoluzione che segnerà per sempre la storia.
In questo fermento, però, c’è un angolo di quiete: un piccolo laboratorio di carta artigianale gestito da Teresa e Agostino, due fratellastri protagonisti di Carta Straccia, costretti a convivere. Il loro mondo è circoscritto tra le quattro mura, lontano dal tumulto della società , che spaventa tanto Teresa. La loro attività , ormai un ricordo del passato, è destinata a chiudere. Decidono così di tornare al paese natio, dove li attende la casa ereditata dal padre.
Il doppiogioco di Carta Straccia
Carta Straccia è un omaggio ad Aldo Palazzeschi che con il suo romanzo “Le sorelle Materassi” (edito nel 1934) ha raccontato la storia di due sorelle ricamatrici che ricevono la visita inaspettata del nipote Remo, che con la sua presenza altera gli equilibri familiari e conduce le zie a sacrifici economici e personali. Il romanzo esplora temi come la solitudine, l’illusione e la vulnerabilità umana. Nella trasposizione teatrale di Pino Strabioli e Mario Gelardi, grazie a un allestimento scenico molto semplice ma d’impatto, caratterizzato da tanti riferimenti degli anni ’60, vengono riportate delle dinamiche familiari che sono molto contemporanee.
Pino Strabioli e Sabrina Knaflitz trovano la giusta intesa sul palco grazie a un testo che, avendo già portato in scena nel 2018 all’off off theatre, li rende molto complici e tanto vicini. Nonostante Pino Strabioli non nasca come un attore, sul palcoscenico si difende davvero molto bene. L’affiatamento con Sabrina Knaflitz è fine e molto ben rodato, tanto da regalare uno spettacolo fluido e piacevole caratterizzato da simpatiche gag. L’arrivo del nipote scapestrato e rivoluzionario porterà i due fratelli a far emergere quelle che sono le fragilità personali. Disagi dovuti a delle condizioni sociali difficili nella fine degli anni ’60, ma che ancora oggi vengono accettate per pura omertà , con un bigottismo di sottobanco che rende falsi i rapporti. Giampiero de Concilio è un bravissimo nipote indisponente, che in un primo momento riesce a rigirarsi bene i due zii per ottenere del mero denaro al fine di finanziare la sua attività rivoluzionaria, utilizzando un doppio gioco che fa emergere gelosie e sospetti. Si adatta bene alla coppia di attori e si cala perfettamente nel ruolo di maschio fatale che deve attrarre per il so fine ultimo.
Dal romanzo al teatro, Carta Straccia è sempre attuale
Il finale di questa commedia, che a livello di regia teatrale andrebbe rivisto per alcuni difetti che rendono la pièce di difficile immedesimazione nella realtà , ha un messaggio molto chiaro e esplicito che riporta a tantissimi casi di cronaca che leggiamo quotidianamente sui giornali. Fa riflettere come la questione di un parente possa piombare dal nulla per approfittarsi con malvagità della vita di due persone più grandi. Fa riflettere anche dal punto di vista della mutazione della società : il più piccolo che inganna per mettere i piedi in testa alla persona più grande, la mancanza di rispetto per i ruoli e le figure di un nucleo familiare, fino al tragico epilogo che riporta un apparente equilibrio.
Con qualche piccola aggiustatina registica, la commedia è divertente e porta simpatia soprattutto in quella fetta di pubblico che porta nel cuore e nella mente la nostalgia di tempi passati che difficilmente torneranno.