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30 Maggio 2020RICOMINCIO DA… ‘3 mesi in casa… e adesso…?’
1 Giugno 2020La voce della “movida”, unita per una ripartenza dei locali in totale sicurezza
Non confondiamo movida organizzata con assembramenti di piazza
Pubblico una nota a cura del Comitato Spontaneo di Locali da Ballo all’aperto e al chiuso, di Intrattenimento e di Spettacolo
I club di Roma e provincia riuniti per denunciare le differenze tra movida e assembramento. Richiesto un incontro a Nicola Zingaretti
«La movida non è solo quella che vediamo in TV. Chiediamo un confronto con le istituzioni per una ripartenza in sicurezza, come già sta avvenendo in molti Paesi dell’Unione Europea, pronti a ricominciare già da giugno»
A FIRMA DEI 33 CLUB di Roma e dintorni, in cui lavorano oltre 2000 persone:
Art Cafè, Barrio Latino, Teatro Centrale, Circolo degli Illuminati, Eden Roma, Exe, Corallo di Ostia, Goa, Heaven, Jolie Club, La Bibliotechina, Largo Venue, Le Terrazze, Neo Club, Nice, Openbar, Orion, Peach, Piper Club, Rashomon Club, Room 26, Sanctuary, Voodoo Bar, San Salvador, Satyrus, Shari Vari, Sublime – Lavilla, Spazio 900, Toy Room, Vinile, 24milabaci di Latina, Zanussi, Felix.
 Si sono incontrati a Roma i principali referenti dei club e del mondo della notte. Trentatre locali tra i più frequentati della capitale e dintorni, con lo scopo di unirsi in un’unica voce a difesa della “movida” organizzata, che nulla ha da spartire con gli assembramenti di piazza presi di mira con la partenza della Fase 2. Oltre duemila persone lavorano in queste strutture che fanno capo a imprenditori legati al mondo dell’intrattenimento, gestori di sale da ballo e discoteche, che da sempre svolgono le loro attività al chiuso come all’aperto. Un incontro che era nell’aria, visto anche l’avvicinarsi della bella stagione che quest’anno, potrebbe essere sprovvista dei consueti poli notturni e delle strutture ludiche, che ogni anno ospitano migliaia di cittadini e turisti a caccia di divertimento. L’uso della parola “movida”, associata all’incontrollato riunirsi di persone nelle piazze o per le strade, ha mobilitato gli specialisti del settore che tengono a precisarne le differenze.
Ad incontrarsi per cercare soluzioni utili, ci sono Art Cafè, Barrio Latino, Teatro Centrale, Circolo degli Illuminati, Eden Roma, Exe, Corallo di Ostia, Goa, Heaven, Jolie Club, La Bibliotechina, Largo Venue, Le Terrazze, Neo Club, Nice, Openbar, Orion, Peach, Piper Club, Rashomon Club, Room 26, Sanctuary, Voodoo Bar, San Salvador, Satyrus, Shari Vari, Sublime – Lavilla, Spazio 900, Toy Room, Vinile, 24milabaci di Latina, Zanussi e Felix, luoghi che negli anni hanno accolto grandi nomi del panorama musicale di genere e che oggi, sono pronti a discutere le condizioni di riapertura con le autorità . Questi luoghi, chiusi ormai da oltre tre mesi, danno lavoro a migliaia di persone e producono un indotto economico da non sottovalutare, eppure continuano a non destare l’attenzione delle autorità governative. Nonostante queste strutture forniscano un grande reddito e settimanalmente, accolgano circa 30.000 persone che spendono rifocillando le casse del settore turistico a cui sono connesse, ma anche quelle del settore della moda (quanti di noi acquistano abiti per andare a ballare?), questi luoghi non hanno ricevuto alcun aiuto economico né dallo Stato, né dalla Regione o dall’Amministrazione Comunale. La situazione attuale è che, a parte qualche rara eccezione, i locali non sono stati mai mezionati o interpellati per quello che concerne un’ipotetica tempistica, con relative linee guida per possibili riaperture.
Per questo motivo il “Comitato Spontaneo di Locali da Ballo all’aperto e al chiuso, di Intrattenimento e di Spettacolo”, si è riunito per denunciare l’approccio confusionario alla materia “movida”, veicolata dai media – seppur a giusta causa – ma che sta alimentando un allarmismo che allontana il settore da un’ipotesi di ripartenza in sicurezza. La categoria chiede un confronto propedeutico per far ripartire il mercato in modo sicuro. Per farlo, i club sono stati assistiti dall’Architetto Michele Frese, tra i massimi esperti di progettazione di genere che, neall’arco della riunione, ha illustrato loro il decreto e tutti i punti riguardanti le strutture di settore, con ciò che è possibile fare e non fare. Tutto questo al fine di non incorrere in errore, ben distinguendo i locali di ristorazione da quelli dediti all’intrattenimento. «Vorremmo che il nostro lavoro fosse osservato da chi ci governa, a cui abbiamo sempre riconosciuto tutto e con cui abbiamo sempre fatto il nostro dovere. Sono ipotizzabili test sierologici e termoscanner, come quelli previsti da altri Paesi della comunità europea, dove la movida organizzata riprenderà già dal mese di giugno», dichiarano in conclusione gli organizzatori.
LE PROPOSTE DEGLI ORGANIZZATORI
 I 33 locali riuniti chiedono:
– Presidi sanitari all’esterno dei locali, con Termoscanner e Test Sierologico da effettuare ad ogni cliente, il quale sarà poi fornito alla Regione Lazio per implementare la mappatura dei contagi;
– Acquisto dei Test Sierologici a carico dei gestori dei locali;
– Rallentamento dei pagamenti di utenze e affitti;
– In caso di riapertura, la stessa dovrebbe essere sostenibile (Se apro ad un 20% delle mie possibilità , non posso continuare a pagare il 100% di tasse);
– Realizzazione di Mascherine brandizzate, consegnate gratuitamente all’ingresso ad ogni cliente;
– Fornitura di igienizzanti e dispositivi similari, di libero accesso e in più punti del locale.
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Referente del Comitato, Gianluca D’Ettorre: 3334289202